PAGINA PRINCIPALE - VERSO LA VERITA' SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIVERSO - SPIEGAZIONE DI ALCUNI FENOMENI

 

Nella mia relazione “Verso la verità sul funzionamento dell'Universo" ho parlato di alcuni fenomeni fisici relativi allo spazio, ma senza spiegare come e perché essi avvengano.
Probabilmente, se le mie idee saranno ritenute degne di essere sviluppate, in futuro se ne saprà di più sullo spazio e, quindi, sarà possibile spiegare più scientificamente detti fenomeni.
Però ora vorrei ugualmente spiegarli, in base a quali io immagino possano essere le proprietà dello spazio.
 

1. Spiegazione della forza di gravità

Ho ipotizzato che le particelle elementari del cosiddetto modello standard della fisica quantistica, siano dei fenomeni fisici con quanti di spazio che si comprimono e si espandono, e che, pertanto, un oggetto materiale sia costituito da insiemi “dinamici” di quanti di spazio compressi.
Così i quanti ad esso limitrofi, a causa del tiraggio dei quanti compressi nell’oggetto, si espandono notevolmente. Ma poi si ricomprimono parzialmente tirando i quanti ad essi limitrofi (che sono meno espansi per non aver subito il tiraggio dei quanti compressi dell’oggetto). Poi questi ultimi si ricomprimono parzialmente a loro volta, tirando i quanti ad essi limitrofi. E così via fino ai quanti sempre più lontani dall’oggetto.
In questo modo ogni quanto di spazio dell’Universo si trova ad avere una determinata espansione, in funzione dei tiraggi dei quanti adiacenti, a loro volta tirati da altri quanti ad essi adiacenti, e così via. Quindi l’espansione di ogni quanto di spazio, viene influenzata dai tiraggi dei quanti compressi relativi a tutta la materia dell’Universo.

Ho ipotizzato anche che i quanti di spazio che servono per le particelle elementari, si comprimano nel minor tempo possibile e che siano “risucchiati” (per brevità uso dei termini non molto precisi, mettendoli fra apici, ma spero ugualmente di farmi capire) da tutte le direzioni. Per questo motivo ogni oggetto tende a muoversi verso dove i quanti sono meno densi e, quindi, più espansi.
Per spiegare come ciò avvenga, espongo ora un semplice esempio.
Un oggetto si viene a trovare in una posizione dove in una determinata direzione vi è molta meno densità di quanti di spazio rispetto alle altre direzioni, a causa dei tiraggi di un corpo celeste, che ipotizzo sia la Terra.
Allora l’oggetto per “procurarsi” i quanti nel minor tempo possibile, deve spostarsi in direzione della Terra (verso dove vi è meno densità di quanti).
Per giustificare questo fenomeno, si immaginino 2 persone situate in una stessa posizione, e 2 mattoni: uno a destra a 3 metri di distanza e uno a sinistra a 6 metri di distanza.
Poi si immagini che esse debbano raccogliere i 2 mattoni e metterli insieme nel minor tempo possibile, muovendosi alla velocità di un metro al secondo.
Dopo 6 secondi la persona che è andata a raccogliere il mattone di destra è già tornata alla posizione di partenza, mentre quella che è andata a raccogliere il mattone di sinistra, è solo arrivata a prendere il suo mattone e si è girata per tornare indietro.
Dopo altri tre secondi le due persone si incontrano e mettono insieme i due mattoni, ma si trovano tre metri più a sinistra della posizione di partenza, e cioè tre metri verso la direzione dove il mattone è più lontano (dove, cioè, c’è meno densità di mattoni).
Poi si tratta di rendere sempre più complesso l'esempio (più mattoni, più direzioni, ecc.), fino ad arrivare ai quanti di spazio di diversa espansione nelle diverse direzioni.
Quindi immaginando un oggetto come un insieme di persone che vanno a raccogliere quanti di spazio nelle varie direzioni, per “procurarsi” i quanti nel minor tempo possibile (ossia con la “minima azione”), l'oggetto deve muoversi verso dove i quanti sono meno numerosi.
Nell'esempio sopra riportato, per semplicità, non ho tenuto conto dell'eventuale stato di moto dell'oggetto, quando si è venuto a trovare maggiormente sottoposto alla gravità della Terra. Ma, naturalmente, se l'oggetto è in movimento, magari orizzontale nei confronti della Terra, si “procura” i quanti di spazio soprattutto nella direzione del suo moto, e quindi ha meno bisogno di “procurarseli” in direzione della Terra, per cui si sposta con minor velocità in tale direzione.
Il tutto giustifica la gravità in una modalità diversa da quella della relatività generale. La materia non incurva lo spazio-tempo, ma riduce la densità dei quanti di spazio, ed un oggetto non è guidato dalla curvatura dello spazio-tempo, ma dalla necessità di “procurarsi” i quanti di spazio necessari nel più breve tempo possibile.
In pratica i quanti, tirando quelli limitrofi, gli trasmettono un’espansione, la quale “attira” gli oggetti.
Per cui trasmettendo l’espansione, trasmettono la gravità!
 

2. Perché un orologio rallenta dove vi è meno densità di quanti di spazio. 

Poiché i fenomeni fisici per realizzarsi, hanno bisogno di un certo numero di quanti di spazio, mi pare evidente che ci mettano meno tempo a raccoglierli attorno a loro, se vi è maggiore densità di quanti di spazio, e ce ne mettono di più se vi è minore densità di quanti (perché devono "tirarli" da più lontano, da dove ci vuole più tempo per portarli dove servono).
E se detti fenomeni fisici ci mettono più tempo a realizzarsi, è evidente che i movimenti degli oggetti materiali e, quindi, anche degli ingranaggi degli orologi, rallentano.
Quindi, secondo la mia ipotesi, dove c'è meno densità di quanti di spazio, la misurazione del tempo da parte degli orologi, rallenta.


3. Perché la velocità della luce è minore nell’acqua. 

Dalle osservazioni risulta che la velocità della luce nell'acqua viene misurata a circa 225.000 km/s e quindi meno di 300.000 km/s.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i fotoni di luce che riescono a passare nell'acqua (molti di essi vengono assorbiti), passano nello spazio tra le varie particelle elementari dell'acqua, dove i quanti di spazio sono più espansi (quindi meno densi) in quanto tirati dai quanti di spazio compressi dentro le particelle elementari. Quindi ecco che trovando lo spazio meno denso, rallentano.


4. Cos'è l'energia.

Il nobel per la fisica, Richard Feynman, ha affermato:
"E' importante tener presente che nella fisica odierna, non abbiamo alcuna conoscenza di cosa sia l'energia.".
Ma io, con lo scopo di contribuire ad arrivare alla "Verità sul funzionamento dell'Universo", non posso fare a meno di esporre una mia idea in proposito.

Partendo dall'idea che l'Universo debba essere semplice, ho immaginato che anche l'energia debba basarsi su qualcosa di semplice, anche se poi si manifesta in forme diverse e complesse.
Allora ho pensato che l'energia di base possa essere dentro il quanto di spazio e cioè che consista nell'energia dovuta alla sua compressione.
In pratica un quanto di spazio accumulerebbe energia compressandosi e la rilasciarebbe espandendosi, interagendo direttamente, quindi per contatto, con i quanti di spazio ad esso limitorfi.
Quindi anche l'espansione dell'Universo, sarebbe praticamente causata dall'espansione dei quanti di spazio che, al momento del Big Bang dovevano essere quasi infinitamente compressati e che, in seguito, si sarebbero espansi rilasciando energia.
D'altronde, in un universo formato esclusivamente da quanti di spazio che si comprimono e si espandono, da cosa potrebbe provvenire l'energia, se non dai quanti di spazio stessi?

Ora vorrei fare anche un semplice esempio, per sostenere la mia idea.
Poniamo di alzare un oggetto per un metro.
L'oggetto, dopo essere stato alzato per un metro, come risulta anche dalle osservazioni, sarà più compresso di prima e, quindi, i quanti di spazio che lo compongono, saranno più compressi di quanto lo erano un metro più in basso e, pertanto, avranno più energia di quando erano un metro più in basso.
Però, per passare da un luogo dove i quanti sono più espansi e, quindi, serve meno "spinta verso l'esterno" per "conviverci", ad un luogo dopo dove i quanti sono meno espansi e, quindi, serve più "spinta verso l'esterno" per "conviverci", devono comprimersi a loro volta per, appunto, acquisire la necessaria "spinta verso l'esterno" in più.
Quindi, alzando l'oggetto con la mia mano, costringerò i suoi quanti a farsi "spingere verso l'interno" dai quanti più compressi che troveranno nel nuovo luogo, acquisendo così maggiore "spinta verso l'esterno" e, quindi, maggiore energia.
Però io avrò consumato energia per alzare l'oggetto, e per ottenerla alcune mollecole del mio corpo si saranno trasformate in mollecole meno "quantizzate", riducendo l'energia complessiva dovuta alla compressione dei quanti di spazio che compongono il mio corpo.

Io non sono un esperto di meccanica e termodinamica, per cui non sono in grado di fare altri esempi senza correre il rischio di sbagliare, ma penso che un fisico, con un po' di immaginazione e di buona volontà, potrebbe tradurre i diversi fenomeni relativi all'energia, in passaggi diretti di compressioni e decompressioni, tra quanti di spazio.

 

Dino Bruniera
 

E-mail: dino.bruniera@gmail.com


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