INDICE ED INIZIO ARGOMENTO "UNA PROPOSTA POLITICO-ECONOMICA"

 

 

16.  INCREMENTO DEL PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL).

 

Per ottenere un aumento del PIL occorre:

- intervenire adeguatamente sui fattori che influenzano la crescita dell'economia reale;

- stimolare lo sviluppo del Sud;

- stimolare la crescita delle dimensioni delle aziende affinché possano aumentare gli investimenti in R&S e quindi migliorare la tecnologia dei loro prodotti.

 

 

Per migliorare la nostra situazione economica e per aumentare la base imponibile per il fisco e per la previdenza, col conseguente aumento delle relative entrate per lo Stato, che contribuirebbero a diminuire il debito pubblico, è necessario far incrementare il PIL.

 

Per stimolare la crescita del PIL, e cioè dell'economia reale, bisogna intervenire sui fattori che influenzano il suo sviluppo. A mio parere, quelli principali sono i seguenti:

-la qualità del management;

-il livello di tassazione delle imprese;

-il costo del lavoro;

-la crescita della domanda;

-gli investimenti in R&S;

-la qualità del sistema viario;

-il costo del denaro.

 

Tra questi fattori, ritengo che quello che influisce maggiormente sull'efficienza delle aziende e, quindi, sulla crescita dell'economia reale, sia la qualità del management. Il management è il cervello dell'azienda, è "lui" che la gestisce e che, quindi, ne determina l'andamento; senza un valido management le aziende non riuscirebbero ad essere competitive nell'attuale mercato sempre più aperto alla concorrenza.

Attualmente nelle nostre piccole e medie aziende a conduzione padronale la gestione è sicuramente orientata verso l'interesse aziendale, anche se forse un po' carente nella R&S, mentre in quelle di più grandi dimensioni, a conduzione di management non padronale, potrebbe esserci qualche problema in quanto quest'ultimo potrebbe essere poco orientato verso l'interesse aziendale. Pertanto potrebbe essere necessario migliorare e modificare la qualità e la tipologia del management delle aziende di più grandi dimensioni (secondo un'indagine di Woff Olins, società inglese di consulenza, nel 1996 solo il 21% delle prime 500 società del mondo associa all'Italia un management di levatura mondiale).

 

Per quanto riguarda il livello di tassazione ribadisco soltanto la necessità che esso sia tale da incoraggiare gli investimenti.

 

Un altro fattore molto importante è il costo del lavoro. Esso influisce notevolmente sul costo di produzione e, quindi, una sua diminuzione rispetto a quello degli altri paesi consentirebbe alle nostre aziende di incrementare la loro competitività e, inoltre, farebbe aumentare l'occupazione.

Attualmente infatti, il fenomeno del lavoro andrebbe visto con un'ottica internazionale, in quanto i paesi in via di sviluppo offrono mano d'opera a costi molto bassi e, quindi, anche le nostre aziende, per essere competitive, sono costrette a spostare in detti paesi le produzioni sulle quali il costo del lavoro incide maggiormente, facendo così diminuire la nostra occupazione ed influendo negativamente sulla bilancia commerciale e sulle entrate fiscali e previdenziali. In genere tale fenomeno viene definito come "delocalizzazione della produzione" ma, in funzione dei suoi effetti sulla bilancia commerciale, lo definirei anche "importazione della produzione". Per porre rimedio a detto inconveniente sarebbe necessario che i sindacati accettassero la possibilità di migliorare la competitività del nostro costo del lavoro.

Ci sono paesi industrializzati, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, che consentono dei minimi retributivi molto bassi; allora, per consentire alle nostre aziende di essere concorrenziali, sarebbe necessario offrire tale possibilità anche ad esse.

Pertanto, come ho già esposto nel capitolo 8, bisognerebbe che le retribuzioni fossero stabilite in funzione del mercato del lavoro e, per integrare quelle più basse, si potrebbe prevedere un'indennità di bassa remunerazione.

 

L'incremento dell'occupazione, una maggior sicurezza sul futuro e la maggior competitività dei nostri prodotti sui mercati internazionali, provocherebbero una crescita della domanda e, quindi, la possibilità di aumentare la produzione per soddisfarla.

 

Per aumentare la competitività dei loro prodotti, le nostre aziende dovrebbero migliorare la loro tecnologia e qualità. A tale scopo esse dovrebbero effettuare adeguati investimenti in R&S. Per incentivare detti investimenti si potrebbero prevedere dei contributi da parte dello Stato (anche sottoforma di detrazioni fiscali), in funzione dei risultati economici ottenuti tramite le innovazioni tecnologiche. Inoltre si potrebbero dare dei riconoscimenti personali (diplomi, medaglie, titoli onorifici, convegni premio) a quei tecnici che avessero maggiormente lavorato per la loro realizzazione, in quanto essi, oltre che ad aver contribuito alla crescita dell'azienda per cui lavorano, avrebbero aiutato anche il miglioramento dell'economia dello Stato.

 

Una volta ottenuti i prodotti è necessario trasportarli nei luoghi di consumo o di utilizzo (per essere ulteriormente lavorati e/o assemblati. Poiché il costo del trasporto dipende, oltre che dalla distanza da percorrere, anche dalla qualità del sistema viario, buone strade e ferrovie rendono possibili costi complessivi (comprensivi di quelli per i trasporti) inferiori.

Per quanto riguarda le strade sarebbe necessario aumentare il loro sviluppo in direzione dei nostri mercati esteri, e cioè verso i paesi del Nord Europa. Per le ferrovie, più che sull'incremento della velocità, bisognerebbe puntare sull'abbattimento dei costi allo scopo di consentire la disponibilità dei nostri prodotti sui mercati europei a prezzi più competitivi.

 

Per incrementare il PIL sarebbe anche necessario effettuare adeguati investimenti e, per realizzarli a costi inferiori, bisognerebbe che il costo del denaro, e cioè il tasso di interesse sui finanziamenti, fosse poco elevato.

 

Per migliorare l'economia reale l'ideale sarebbe di poter disporre di un efficiente management, di un basso livello di tassazione delle aziende, di mano d'opera adeguata a costi competitivi, di adeguati investimenti in R&S, di un buon sistema viario e di un basso costo del denaro. Quindi sarebbe necessario intervenire al più presto su tutti questi fattori ma, a mio parere, quelli prioritari e sui quali bisognerebbe operare subito e contemporaneamente sono il management ed il costo della mano d'opera.

Migliorando soltanto l'efficienza del management sarebbe possibile ottenere maggiori utili dalle nostre aziende, ma non si potrebbe diminuire il tasso di disoccupazione, in quanto le aziende, per essere competitive, dovrebbero delocalizzare all'estero le produzioni ad elevata incidenza di mano d'opera.

Diminuendo soltanto il costo della mano d'opera e/o migliorandone la qualità, si attirerebbero le produzioni delle grandi aziende multinazionali e, quindi, aumenterebbe la nostra occupazione, ma gli utili aziendali andrebbero in mani straniere.