INDICE ED INIZIO ARGOMENTO "UNA PROPOSTA POLITICO-ECONOMICA"

 

 

6. SISTEMA ELETTORALE.

 

Per ottenere un governo stabile, necessario per conquistare la fiducia dei cittadini e per realizzare un progetto di risanamento economico, si potrebbe adottare un sistema elettorale proporzionale con doppio turno e con premio di maggioranza. Oltre all'assemblea parlamentare si potrebbe prevedere anche un'assemblea costituente.

 

 

Tra i vari elementi che il mercato finanziario prende in considerazione nella valutazione della tenuta dell'economia di uno stato, uno dei più importanti è quello della stabilità del suo governo in quanto, in tale situazione, sarebbe possibile realizzare un valido programma di miglioramento economico.

E poiché una maggior fiducia nell'economia consente minori tassi di interesse sul debito pubblico e, di conseguenza, anche dei tassi meno elevati sui debiti delle imprese, ne deriva che, anche per questo motivo, l'Italia ha bisogno di un governo stabile e, per ottenerlo, è necessario un adeguato sistema elettorale.

 

Espongo qui di seguito un’ipotesi di sistema proporzionale, la cui denominazione potrebbe essere “proporzionale con doppio turno e con premio di maggioranza (che d'ora in poi denominerò più semplicemente proporzionale).

 

a) Tramite un primo turno di votazioni si elegge il 60% dei parlamentari in circoscrizioni provinciali plurinominali, prevedendo il sistema proporzionale (simile a quello precedente alla riforma del 93, ma con la possibilità di indicare, scrivendo il nome o il numero sulla scheda elettorale, un solo candidato di una lista). Successivamente i due partiti (o coalizioni - d'ora in poi, salvo casi particolari, riporto solo il termine partito, intendendo anche quello di coalizione) più votati indicano un proprio candidato Premier.

b)  I due candidati Premier si presentano ad un secondo turno e fanno avere ai rispettivi partiti il 25% dei seggi in proporzione ai voti ottenuti (pertanto anche il Premier perdente ottiene un premio in seggi). Il Premier vincente ottiene per il proprio partito il restante 15% dei seggi. I seggi vengono attribuiti in base ai voti ottenuti nel secondo turno in ciascuna circoscrizione (per quanto riguarda la quantità) e in base al numero delle preferenze dei candidati non eletti al primo turno (per quanto riguarda i nominativi).

c)  Il candidato Premier vincente governa per quattro anni, sostenuto dal suo partito, ed il candidato perdente guida l’opposizione.

 

Durante la legislatura

 

·      Se il Premier si dimette o se il suo partito gli toglie la fiducia, si convocano nuove elezioni.

·      Il Premier di opposizione (e cioè il candidato perdente) può chiedere un nuovo confronto elettorale con il Premier in carica. Se ottiene più dei due terzi dei consensi, si indicono nuove elezioni. In pratica è necessario che il Premier governi mantenendo almeno buona parte del consenso dei cittadini che l'hanno votato.

·      Per limitare il numero dei potenziali confronti elettorali (anche se è difficile che il Premier di opposizione chieda il confronto senza aver valutato di aver buone possibilità di vincerlo), si potrebbe prevedere un massimo di due confronti per legislatura, intervallati di almeno un anno.

 

Vantaggi.

 

Il sistema garantisce che il partito di maggioranza relativa ottenga un numero di parlamentari che gli consenta di governare autonomamente, anche ottenendo solo, più o meno, il 37% dei consensi. Se, invece, ottenesse meno voti, riuscirebbe comunque ad avere un elevato numero di parlamentari, in modo da poter scegliersi uno o più alleati, tra diversi pretendenti (in pratica non dovrebbe essere molto condizionato dagli alleati minori, perché potrebbe anche cambiarli durante la legislatura). Aumentando il premio di maggioranza, si ridurrebbe la percentuale necessaria per poter governare senza alleanze, ma si ridurrebbe anche la democrazia.

 

Il Premier viene eletto direttamente dai cittadini e fa ottenere al suo partito un notevole numero di parlamentari. Egli può essere sfiduciato dal Parlamento, ma in questo caso vengono indette nuove elezioni e, quindi, anche quest’ultimo decade. Ma anche il Premier può, dimettendosi, far terminare la legislatura, pertanto la sua posizione nei confronti del Parlamento sarebbe abbastanza paritetica.

 

I partiti avrebbero maggiori possibilità di essere composti da persone con idee omogenee, il che consentirebbe una maggiore coesione della maggioranza e minori problemi durante la legislatura.

 

Nel caso in cui il Governo o il partito di maggioranza, onde evitare rallentamenti all’iter parlamentare per l’approvazione delle leggi, volesse sentire preventivamente le forze di opposizione, sarebbe sufficiente che contattasse il “Premier di opposizione”, che potrebbe far da collettore delle eventuali richieste dell’opposizione.

 

Un piccolo partito avrebbe la convenienza ad aderire ad una delle due coalizioni principali per ottenere un maggior numero di consiglieri, ma sarebbe in grado di ottenere un’accettabile rappresentanza anche da solo.

Pertanto un nuovo movimento avrebbe buone possibilità di entrare in Parlamento e di far conoscere i propri programmi e le proprie idee ai cittadini, anche senza dover accettare compromessi ideologici e, quindi, senza subire pressioni tendenti a limitare la sua libertà di espressione, da parte degli altri partiti della coalizione (tramite minacce di esclusione dalla coalizione alle prossime elezioni). Ma avrebbe anche pochi parlamentari, per cui non sarebbe in grado di disturbare molto l'azione del Governo.

 

Il cittadino potrebbe scegliere da liste elettorali comprendenti un adeguato numero di nominativi per ogni partito, il candidato che riscuotesse la sua fiducia.

 

L’elettore avrebbe maggiori possibilità di esprimere la propria volontà e cioè potrebbe effettuare il seguente ragionamento.

Se nel primo turno voto per il piccolo partito più vicino alle mie idee, non contribuisco a far arrivare almeno secondo il partito più grande meno lontano dalle stesse, ma esso ce la farà anche senza il mio voto e, quindi, potrò contribuire ugualmente alla sua vittoria votando il Premier da esso indicato al secondo turno. Così contribuirò sia a far ottenere una rappresentanza al piccolo partito più vicino alle mie idee che a far vincere quello più grande.

Oppure, semplificando, l’elettore potrebbe ragionare così:

nel primo turno voto per il partito e candidato parlamentare, di cui ho più fiducia; nel secondo voto per il candidato Premier che ritengo più adatto; in ogni caso il mio voto non viene perso.

 

Il “Premier di opposizione”, qualora valutasse di poter vincere abbondantemente un nuovo confronto elettorale col Premier in carica (il che potrebbe accadere se il Governo operasse male), potrebbe chiederlo, vincerlo e provocare nuove elezioni, dove, con molta probabilità, potrebbe essere eletto Premier. In pratica il Premier, il governo e la maggioranza, sarebbero continuamente pungolati a far bene per non correre il rischio di perdere la fiducia dei cittadini che lo hanno votato.

 

In conclusione questo sistema elettorale avrebbe come scopo principale l’interesse dei cittadini, in quanto garantirebbe la governabilità e consentirebbe una maggiore giustizia rappresentativa, permettendo una adeguata rappresentanza ad un maggior numero di partiti. In pratica ci sarebbe un partito (o coalizione) di maggioranza, che da solo avrebbe almeno la quasi maggioranza dei parlamentari (e che, se necessario, potrebbe scegliere tra più partiti i propri alleati), un primo partito di opposizione, con un adeguato numero di rappresentanti, e diversi altri partiti che si suddividerebbero i restanti parlamentari, ma che non potrebbero disturbare eccessivamente il Governo.

 

 

Assemblea Costituente

 

Oltre all'assemblea parlamentare si potrebbe eleggere, con il sistema proporzionale, anche un'assemblea costituente col compito di promulgare, annullare e modificare le leggi della costituzione. Gli obiettivi di detta assemblea sarebbero diversi da quelli dell'assemblea parlamentare e, quindi, anche i partiti che potrebbero partecipare alla sua elezione dovrebbero essere diversi.

Il primo obiettivo che essa dovrebbe realizzare potrebbe essere quello di riformare la costituzione in senso federalista (è un'esigenza che tutte le forze politiche riconoscono) e di riformare la Giustizia in modo che l'operato della Magistratura possa essere controllato ed eventualmente sanzionato.
 

In pratica, con una certa urgenza, l'attuale parlamento dovrebbe effettuare una prima riforma del sistema elettorale che consenta una discreta governabilità, poi si dovrebbe andare a votare col nuovo sistema eleggendo anche un'assemblea costituente. In seguito quest'ultima potrà, con la necessaria calma e scrupolosità, studiare la soluzione più adeguata per assicurare la miglior governabilità al nostro paese, soluzione che potrà essere applicata nelle elezioni successive.