INDICE ED INIZIO ARGOMENTO "UNA PROPOSTA POLITICO-ECONOMICA"

 

 

3.2 PROPOSTE.

 

Per far incrementare il PIL, come servirebbe per ottenere una solida situazione economica, bisognerebbe che le imprese effettuassero adeguati investimenti per i quali dovrebbero richiedere finanziamenti alle banche, provocando un aumento del denaro in circolazione (aggregati monetari).
Detto aumento farebbe incrementare la domanda di beni, che stimolerebbe l'aumento della loro produzione ma che, secondo la teoria, in un primo periodo, a causa della carenza momentanea dei beni necessari a soddisfarla, provocherebbe una lievitazione dei loro prezzi e, quindi, dell'inflazione.

A mio parere, però, l'aumento dei prezzi di vendita dei beni farebbe incrementare anche gli utili delle aziende consentendo loro di effettuare parte degli investimenti senza dover chiedere finanziamenti alle banche e, quindi, senza provocare inflazione. In poche parole, la nostra economia reale potrebbe essere in grado di incrementare notevolmente il PIL anche senza provocare molta inflazione.

 

Per stimolare le nostre aziende a svilupparsi e, quindi, ad effettuare gli investimenti sopra menzionati, si potrebbe ridurre il loro livello di tassazione, incentivare i loro investimenti, contribuire alla loro R&S e liberalizzare le retribuzioni (in questo modo quelle minime si abbasserebbero, almeno in un primo periodo).

 

Inoltre, se l'ipotesi relativa al management che ho esposto tra i problemi fosse vera, bisognerebbe operare affinché esso si orientasse di più verso l'interesse aziendale (paragrafo 16.2 - come far crescere le aziende).

 

Per migliorare la solidarietà tra i cittadini, che sarebbe necessaria per far loro meglio sopportare i sacrifici che potrebbero subire (aumenti di tasse, minori retribuzioni) e per migliorare la loro coesione, bisognerebbe ottenere una maggior giustizia e solidarietà. Per riuscire ad avere quest'ultima si potrebbero prevedere delle adeguate indennità di disoccupazione e di bassa remunerazione (per brevità, in seguito, mi riferirò a dette indennità anche col termine di "indennità di solidarietà").

L'indennità di bassa retribuzione permetterebbe la riduzione delle retribuzioni minime (causata dalla loro liberalizzazione che proporrò nel capitolo 8) con minori problemi per i lavoratori. Le retribuzioni più basse consentirebbero un aumento dell'occupazione e costituirebbero un incentivo per lo sviluppo economico delle zone sottosviluppate.

 

Agendo in detto modo si potrebbe innescare un circolo virtuoso, per il quale l'incremento degli investimenti e l'istituzione delle indennità di solidarietà produrrebbero un aumento della moneta in circolazione e dell'occupazione, fenomeni che provocherebbero un incremento della domanda di beni interna ed esterna che sarebbe soddisfatta dall'aumento della produzione dovuta ai nuovi investimenti.

Si potrebbe allora continuare a stimolare gli investimenti per arrivare alla massima occupazione e ad un PIL sufficiente a produrre le entrate fiscali e previdenziali necessarie a ridurre il debito pubblico reale.

 

Per ottenere questo risultato, però, bisognerebbe far funzionare correttamente determinate istituzioni dello Stato e cioè la Magistratura (non è giusto che sia così autonoma da poter fare ciò che vuole, senza alcun controllo e senza dover rispondere a nessuno del suo operato, e che possa querelare per diffamazione chiunque si permetta di esprimere dei pareri critici nei suoi confronti, comprese le vittime di reati violenti), la Consob (non è giusto che i risparmiatori siano costretti a rivolgersi alla magistratura, con i relativi costi, per difendersi da certi comportamenti delle banche, come nel caso delle obbligazioni dell'Argentina e della Parmalat) e la Finanza (non è giusto che nel meridione l'evasione fiscale sia così elevata, costringendo i cittadini settentrionali a pagare le tasse anche per i meridionali).

Inoltre bisognerebbe almeno limitare l'immigrazione di persone di religione mussulmana, in quanto essa ha delle leggi incompatibili con quelle dello Stato italiano e, quindi, non consente ai suoi aderenti un'adeguata integrazione con i cittadini italiani. Il che costituisce un grosso ostacolo ad ottenere la solidarietà tra i cittadini, necessaria per risolvere i nostri problemi.

Per sensibilizzare chi mi legge su questo grave problema, riporto qui di seguito alcuni brani di un articolo di Magdi Cristiano Allam, un mussulmano che si è convertito al cristianesimo e che nel 2009 è stato eletto eurodeputato, pubblicato sulla rivista Panorama del 18 giugno 2009.
Gheddaffi .... "sogna ... l'islamizzazione dell'Europa, grazie alla prolificità delle donne mussulmane insediate in mezzo a noi, in un continente dove il tasso di natalità è largamente al di sotto della soglia della sopravvivenza demografica".
"La verità è che l'Occidente, scambiando la virtualità con la realtà e prediligendo la forma rispetto al contenuto, sta lentamente scivolando verso il suicidio della propria civiltà consegnandosi sempre di più ai suoi aspiranti carnefici.".