Indice ed inizio argomento "ricordo di Luca Tonello"

 

LETTERA DELLA SORELLA DI LUCA DEL 5 MARZO 2002


Luca era nel fiore degli anni, nel bel mezzo della sua carriera lavorativa, alla quale si dedicava con enorme volontà. Era una persona intelligente, sensibile, pulita, semplice, trasparente, onesta fino all'osso.
L'immagine dei suoi occhi azzurri e del suo viso fresco, che dimostrava meno dei suoi 29 anni, mi accompagnerà in ogni minuto delle mie giornate. Penso al suo sorriso sempre pronto, alla sua dolcezza e al bene che mi voleva. Punto fermo e fondamentale della mia esistenza, mi fidavo ciecamente di lui perché sapevo che non mi avrebbe mai tradita o fatto del male, né io ne avrei fatto a lui perché tra noi c'era un rapporto speciale; oltre che mio fratello, lo consideravo mio confidente e migliore amico. Qualche volta mi ha parlato e consigliato come un padre fa con sua figlia.
Non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che ha fatto per me.
Il pensiero che non lo rivedrò mai più mi fa stare malissimo e non so come farò ad affrontare la vita senza il suo appoggio e senza la sicurezza che mi dava la sua presenza. Ora sono sola ma non mi considero figlia unica: Luca è stato mio fratello qui sulla Terra per quasi 26 anni e mezzo e lo sarà per sempre, nel mio cuore.
Lo strazio, la disperazione e il dolore sono così assoluti che, per sopravvivere, devi per forza appigliarti a qualcosa. In tutti questi mesi mi sono aggrappata alla vicinanza e all'aiuto di una piccola ma fondamentale cerchia di persone veramente amiche; all'immagine di Luca, alla sua voce, ai bei ricordi che ho di lui e alla speranza che, forse, un giorno ci rivedremo e ci riabbracceremo in un'altra vita e sarà come se questo distacco non fosse mai avvenuto.
Un'altra cosa che mi ha fatto continuare è stata la fiducia nella giustizia. Pensavo che un delitto così crudele, agghiacciante, spietato e voluto, non poteva non essere punito in maniera severa ed esemplare. Ma la pena consisterà in 16 anni e 10 mesi per "lui" e in 16 anni e 8 mesi per "lei".
La Bertelli, secondo me, è la maggior colpevole dell'assassinio di Luca, in quanto lo conosceva e l'ha tradito, approfittando della sua bontà, generosità, disponibilità e dell'affetto che lui nutriva nei suoi confronti per attirarlo in una trappola che, lei sapeva bene, non gli avrebbe lasciato scampo. Ma lei ha sorriso soddisfatta alla lettura della sentenza senza mai pensare di aver provocato la morte di un essere umano, senza pentimento o remore, senza la minima vergogna. E neanche Mandalà ha mai manifestato pentimento o dispiacere per quello che ha fatto. Lo so perché li ho guardati bene in faccia dentro quell'aula di Tribunale nella quale ho dovuto rivedere gli assassini di mio fratello. E' stata una violenza a cui mia madre ed io ci siamo sottoposte per amore di Luca. Comunque con quell'atteggiamento hanno dimostrato totale indifferenza e freddezza e questo fa capire una volta di più, se ce ne fosse ancora bisogno, che non hanno cuore, che sono spietati e pericolosi.
Quindi lei ha sorriso come a dire che, tutto sommato, l'ha scampata bella, ma io mi sono sentita morire. Ho pensato: "E' questo che vale la vita di Luca, mio fratello, una delle persone più importanti della mia vita? E' questo che vale il dolore di mia madre e mio che ci accompagnerà per sempre? Ed è solo questo che meritano per aver distrutto una famiglia?
Mi sono sentita violata, ferita, presa in giro. E mi sento in pericolo perché se viene data una pena così lieve per il più grave dei reati, l'omicidio, la criminalità aumenterà sempre di più. Dovrò continuamente guardarmi alle spalle o, addirittura, rinchiudermi in casa perché non mi sento tutelata e protetta e anche perché fra pochi anni loro, se terranno buona condotta, potranno uscire dal carcere per dei permessi e io rischierei di trovarmeli davanti.
Così le persone oneste si rinchiuderanno e gli assassini andranno tranquillamente in giro.
E' questo un mondo ideale?
Io so solo che quando hanno ucciso Luca hanno ucciso per sempre anche una parte di me, nonché il mio ottimismo e la mia fiducia nel prossimo.
E un'altra parte di me è morta quando è stata letta questa sentenza.

Eleonora Tonello