Indice ed inizio argomento "ricordo di Luca Tonello"

 

RELAZIONE DI CONSULENZA MEDICO-LEGALE DEL PROF. ROSARIO CHIRILLO

 

CONSIDERAZIONI ED IPOTESI dei FATTI nel rispetto dei DATI OBIETTIVI

Prendendo in esame i reperti descritti nel corso del sopralluogo (si fa riferimento alla planimetria e ai dettagli fotografico allegati) si deve supporre che Tonello Luca è stato oggetto di una aggressione (che si potrebbe definire di entità molto modesta) in tutta prossimità del muretto di recinzione, sol lato opposto del Sile.
Con questa ipotesi si riesce a spiegare l'insieme dei reperti segnati sulla planimetria con i numeri 5-6-7-8, indicanti tracce minime di sostanza ematica e soprattutto la presenza degli occhiali da vista appartenuti a Tonello Luca.
   Si vuole cioè ipotizzare che proprio in quel punto il Tonello sia stato aggredito dal Mandalà subendo un traumatismo lieve (che potrebbe aver causato o l'ecchimosi labiale inferiore oppure la ferita in regione sopracciliare sinistra). Diversamente non si riesce a spiegare la perdita di tre minime gocce di sangue in una zona molto lontana dal punto ove è stato trovato il cadavere e lontana anche dal punto ove si ritiene con molta attendibilità sia stato consumato l'omicidio.
A seguito di questa aggressione è da ipotizzare che il Tonello (vistosi affrontare dal Mandalà supportato dalla Bertelli) abbia tentato di allontanarsi dai suoi aggressori, cioè abbia tentato si scappare.
    Si spiegherebbero in questo modo sia la ulteriore presenza di due piccole aree (3-2) di "imbrattamento ematico del ghiaino e di una foglia, sia la caduta a terra per perdita del portachiavi con chiave e telecomando dell'auto (punto 2) e dell'accendino (1).
Ma il povero Tonello non sarebbe riuscito a mettersi al riparo dal suo o suoi aggressori ed è stato, a distanza di qualche metro dall'avvio dell'aggressione, attinto alla nuca dal primo colpo di mazza che gli è stato inferto dal suo aggressore (Mandalà).
A questo punto e in questo luogo (siamo nella zona indicata con il numero 1 e la lettera C nella planimetria ove peraltro in fotografia corrisponde la massima presenza di materiale ematico) viene iniziato e consumato il delitto. In questo punto il Tonello sarebbe stato raggiunto e colpito alla nuca con la mazza da muratore; quindi il Tonello si è girato rivolgendosi al Mandalà o comunque al suo aggressore, senza reagire, forse perché non ne ha avuto la intenzione, forse perché non ne ha avuto la forza, forse perché non ne ha avuto il tempo. In successione immediata il Tonello è stato colpito, con estrema violenza, alla regione frontale sempre ed ancora con la mazzetta da muratore. Il colpo ha causato lo "scoppio del cranio per polifratturazione con la conseguente fuoriuscita di materiale cerebrale.
E' da ritenere, a questo punto, che per la violenza del colpo ricevuto il povero Tonello sia caduto riverso al suolo in posizione supina. In sequenza il Tonello, ormai colpito a morte e quindi destinato al decesso nel giro di pochissimo tempo, sarebbe stato rigirato (messo cioè in posizione prona) forse sarebbe stato colpito ancora una volta alla nuca e quindi, mentre era a terra, fermo, rantolante, è stato accoltellato per ben 6 volte alla regione posteriore del torace.
    Circa le lesioni da accoltellamento (fotografate dalla Polizia alla foto 7 e dal sottoscritto nel corso dell'esame necroscopico) si ricorda che:
alcune (tre hanno una disposizione orizzontale e altre tre hanno disposizione verticale per cui - come già detto nella ultima parte della relazione medico-legale - o il reperto non ha alcun significato rapportato alla realtà, o può indurre a ritenere che l'aggressore ha cambiato dopo tre coltellate il modo di impugnare l'arma, o che l'aggressore dopo tre coltellate ha cambiato posizione rispetto al Tonello tenendo l'arma impugnata nella stessa maniera, o, infine, che a pugnalare il Tonello siano state due diverse persone che si sono scambiata l'arma.
Va ribadito che il delitto è stato consumato nel tratto posto al confine tra strada con ghiaia e l'inizio del ciglio erboso che costeggia la strada medesima.
Va ricordato che la affermazione della Bertelli di non avere visto il Tonello cadavere è in netto contrasto con quanto ha dichiarato il Mandalà.
  
Una volta ucciso il Tonello ed assunta la convinzione che la morte era sicuramente sopravvenuta (accoltellamento al torace) si è voluto "spostare il cadavere" non certo per il timore che potesse essere investito (evento che avrebbe giovato all'autore del delitto) ma molto verosimilmente per la volontà di occultarlo o meglio ancora per provvedere alla sua sommersione nelle acque del Sile al fine di ritardare il più possibile il rinvenimento del corpo. Ma il cadavere non è stato sommerso; è stato solo in parte portato nell'interno del fiume forse nella speranza che la corrente riuscisse a tirarlo completamente dentro il fiume o lo trasportasse a valle.
Circa il trasporto del cadavere si è detto a commento delle affermazioni del Mandalà che: a) il trasporto del cadavere del Tonello non è stata una operazione facile; b) la struttura fisica del Mandalà non impedisce allo stesso il trasporto del cadavere trascinandolo per i piedi ma richiedendo un dispendio di forza ed un impegno di parecchio tempo; c) non è vero che il cadavere sia stato sommerso parzialmente con i piedi in acqua: è stato il contrario; d) il posizionamento del cadavere nella posizione in cui è stato repertato ha richiesto lo sforzo di tirare o spingere lo stesso in acqua con uno ovvio mezzo bagno nel Sile nel primo caso (tirare il cadavere dentro il fiume)  e con enorme impegno fisico nel secondo caso (spingere il cadavere dai piedi dentro il fiume).
I dati del sopraluogo ci dicono chiaramente che il cadavere è stato trasportato per una distanza approssimativamente di 5 metri. Sicuramente durante il trasporto il cadavere ha continuato a sanguinare. Sicuramente la posizione del cadavere, durante il trasporto, è stata tale da consentire la perdita di frammenti ossei cranici e perdita di sangue per cui sicuramente la testa del povero Tonello era penzolante verso terra: quindi il cadavere è stato sicuramente trascinato per i piedi.
(se fosse stato trasportato afferrato alle ascelle sicuramente avrebbe sanguinato ma il corpo e gli arti inferiori avrebbero in grandissima parte pulito la striscia ematica).
Se si esamina a fondo la foto 37 del fascicolo della Polizia e della quale si è eseguito un ingrandimento (allegato) si nota come il massimo dell'imbrattamento ematico è in tutta prossimità dei punti 1-C (ove c'era un frammento osseo del cranio del Tonello) cui fa seguito una strisciata di sangue che si attenua un po' prima della posizione B (sede di altro frammento osseo cranico), quasi che ci sia stato un temporaneo stop nel sanguinamento del cadavere oppure sia stata eseguita una parziale pulizia dell'avvenuto sanguinamento per giramento del cadavere (dalla posizione con gambe in avanti a quella con gambe indietro in preparazione della sommersione del cadavere): si spiegherebbe in questo modo anche il sangue sulla regione del bacino-natica destra dei pantaloni del Tonello). Dopo il punto B la stria di sanguinamento riprende e si accompagna al punto A con la perdita di altro frammento osseo del cranio. La stria di sangue infine riprende per cessare la dove il cadavere è stato parzialmente sommerso.
Facendo riferimento al volto e ai vestiti del Tonello si deve ammettere che non c'è stato un trascinamento che abbia lasciato tracce del terreno sia al volto (parte scoperta del cadavere) sia sui vestiti (giubbotto e pantaloni). Parimenti tracce sicure di trascinamento non sono state repertate né alla nuca (vedi anche l'accluso ingrandimento del cadavere in posizione prona dopo la sua rimozione dalla posizione iniziale) né sul dorso del giubbetto e nemmeno vere tracce da trascinamento sono state repertate sui Jeans. Allora si può ipotizzare che il cadavere del Tonello sia stato trasportato da due persone che hanno iniziato l'operazione di trasporto al punto 1 e c, si siano fermate (un po' di riposo?) poco prima del punto B, ove il cadavere si è sporcato di terra alla regione del bacino e natiche specie a destra e dove nel momento del rivolgimento prima della ripresa del trascinamento, ha parzialmente "pulito" la zona del sangue riversato. Si spiegherebbero in tal modo sia quanto è nel reperto fotografico sia il reperto apprezzato sui pantaloni del defunto ove non si esclude la presenza di tracce ematiche sulla parte alta relativa all'arto di destra (anzi lo fanno sospettare le foto eseguite dal sottoscritto sui vestiti del Tonello).
Con queste osservazioni (relative alla struttura fisica del Mandalà, del Tonello e della Bertelli, relative alle affermazioni del Mandalà rapportate ai rilievi obiettivi) si vuole avanzare la ipotesi che a trasportare il cadavere dal punto 1-C (luogo ove è stato consumato l'omicidio) fino al fiume Sile è stata più di una persona; verosimilmente sono stati in due a trasportare il cadavere del Tonello dal punto del suo omicidio fino alla parziale sommersione in acqua nel fiume Sile.
Resta infine da interpretare la impronta della scarpa repertata accanto al cadavere del Tonello. Questa data la sua direzione (foto 39 che non risalta bene nell'ingrandimento eseguito) traverso-obliqua potrebbe essere stata lasciata dal Mandalà quando questi è tornato sul posto per cercare il portafogli, oppure quando lo stesso Mandalà ha prodotto il maggior sforzo nel provvedere alla sommersione parziale del cadavere. In questo caso la posizione alla destra del cadavere richiederebbe la presenza di una altra persona in grado di aiutare dal lato opposto l'operazione di sommersione del cadavere.
La stessa impronta potrebbe non essere attribuibile alle scarpe del Mandalà ma a quelle del Bertazzoni, ed, in questo caso si dovrebbe supporre il coinvolgimento di questo ultimo almeno nel trasporto del cadavere dalla stradina fin nell'acqua del Sile.
Infine la stessa impronta potrebbe non appartenere né alle scarpe del Mandalà né a quelle del Bertazzoni, restando quindi priva di qualsiasi significato.
In definitiva anche se la versione fornita dal Mandalà circa il trasporto del cadavere del Tonello dal luogo dell'omicidio fin dentro le acque del Sile non è escludibile, tuttavia appare non sufficientemente convincente e comunque non in grado di spiegare a sufficienza tutti i reperti oggettivi del sopralluogo e dell'esame dei vestiti indossati dalla vittima.
La ricostruzione appena ipotizzata del trasporto del cadavere, tiene conto di tutte le circostanze e valuta assieme sia i reperti del sopraluogo, sia i reperti sui vestiti della vittima, sia il fatto che la Bertelli è sicuramente venuta a contatto (collana e jeans) col sangue del Tonello.


Con osservanza della S.V. Ill.ma

Prof. Rosario Chirillo.
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