Indice ed inizio argomento "ricordo di Luca Tonello"

 

RELAZIONE DI CONSULENZA MEDICO-LEGALE DEL PROF. ROSARIO CHIRILLO

EDIZIONE COMPLETA

 

PROCURA della REPUBBLICA - TRIBUNALE
                    TREVISO

N° 7994/00- P.M. Dottoressa Luisa Napolitano
Procedimento a carico di Mandalà Alessandro + 2

 

RELAZIONE di CONSULENZA MEDICO-LEGALE

(Supplemento alla consulenza necroscopica.)

 

P.M.: dottoressa LUISA NAPOLITANO

C.T. medico-legale: prof. R. CHIRILLO


PROCURA della REPUBBLICA - TRIBUNALE
                    TREVISO

N° 7994/00- P.M. Dottoressa Luisa Napolitano
Procedimento a carico di Mandalà Alessandro + 2

Ill.mo Signor Sostituto Procuratore
Dottoressa Luisa Napolitano
Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Treviso

    Il giorno 24 luglio 2001, a seguito ad incarico già affidatomi per l'accertamento della causa di morte di Tonello Luca con i relativi problemi ad essa connessi, mi è stato chiesto di completare l'indagine medico-legale sulla base del seguente quesito: "Letti gli atti processuali, visionati, se necessario, i luoghi ed acquisite le caratteristiche somatiche degli indagati (con autorizzazione sin d'ora a richiedere presso Enti Pubblici, comprese le Case Circondariali di Treviso e Belluno, qualsiasi documentazione che a tale fine apparisse utile) dica il consulente se la ricostruzione del delitto riferita dagli indagati MANDALA' e BERTELLI sia o meno compatibile con i dati obiettivi emersi nel corso delle indagini ed in particolare nel corso dell'autopsia di TONELLO LUCA.
Vorrà il consulente, se del caso, fornire indicazioni riguardo a possibili diverse ricostruzioni della dinamica del delitto.
Sentito il responsabile del servizio medico della Casa Circondariale di Treviso, effettui il consulente anche ogni accertamento utile a chiarire le caratteristiche della ferita riscontrata in data 20.11.2000 a BERTAZZONI GABRIO.
Vorrà il consulente riferire comunque ogni circostanza utile ai fini delle indagini.


1) I DATI OBIETTIVI emersi nel corso delle INDAGINI

1-A  I DATI OBIETTIVI del SOPRALUOGO

** La planimetria relativa ai vari reperti (tracce biologiche ed oggetti) allestita dalla Polizia Scientifica della Questura di Treviso indica chiaramente che tutti i fatti che hanno caratterizzato il delitto di cui si tratta si sono svolti, grosso modo, in uno spazio di circa 8 metri delimitato da una parte dal muretto di recinzione e dall'altro dalla posizione in cui è stato trovato il cadavere di Tonello Luca, semisommerso nelle acque del Sile.
Questo spazio - in virtù dei reperti rinvenuti - può teoricamente essere diviso un due parti:
la prima che va, grosso modo, dal muro di recinzione fino al bordo opposto della stradina ove è situata la prima grossa traccia ematica cui fa seguito una lunga stria di sangue:
Sulla planimetria, il tratto, appena indicato è compreso tra i numeri 5-6-7-8 e la lettera C
la seconda parte, che è interamente o quasi su terreno erboso, è delimitata dalla presenza della prima grossa traccia ematica (lettera C) fino alla posizione in cui è stato rinvenuto il cadavere del Tonello (sulla planimetria in sequenza: C-B-A-cadavere).
Grosso modo le due frazioni in cui teoricamente si può dividere il terreno sul quale è avvenuto il fatto delittuoso sono di eguale o quasi eguale dimensione.
Nella prima parte del terreno appena descritto sono stati rinvenuti oggetti sicuramente appartenuti alla vittima (occhiali - portachiavi con telecomando) oggetti forse appartenuti alla vittima (accendino), nonché tracce ematiche di molto lieve entità (tre foglie sporche di sangue e due tracce ematiche sul ghiaino della stradina).
Nella seconda parte sono stati repertati a distanza di 1 metro tra di loro (tra C e B) e di 1,5 metri tra il secondo ed il terzo reperto (tra B e A) tre frammenti ossei provenienti chiaramente dalla scatola cranica del povero Tonello Luca (vedi i riscontri della autopsia che hanno documentato la polifratturazione della scatola cranica ed in particolare della volta cranica alla regione frontale e parietale con perdita di frammenti ossei).
*** I rilievi del sopralluogo hanno altresì dimostrato chiaramente (vedi foto 20-25-37) una chiazza di sangue importante al punto di passaggio tra la ghiaia della strada e l'inizio del ciglio erboso; una strettissima continuità tra questa chiazza e una striscia ematica in senso orizzontale (traversale all'asse maggiore della strada) estesa lungo il ciglio erboso fino, grosso modo, all'inizio della scarpata che porta direttamente nel Sile.
*** Il cadavere di Tonello Luca è stato sicuramente repertato in posizione prona e con la testa in acqua mentre tutto il restante corpo non risultava a contatto con l'acqua del fiume.
*** Infine va anche tenuto presente valorizzato il reperto di una impronta di scarpa (non è stato accertato se si trattava di uno scarpone appartenuto a Mandalà Alessandro o a Bertazzoni Gabrio) situata alla destra del cadavere (visto guardando il fiume Sile) quasi all'altezza del ginocchio destro dello stesso.
**** Ovviamente sono rilievi obiettivi sia la mazzetta da muratore rinvenuta nel fondale del fiume, sia il coltello da scout acquisito durante le indagini è risultato appartenere al Mandalà.


1-B I DATI OBIETTIVI della PERIZIA TECNICA e DATTILOSCOPICA

Hanno accertato - attraverso le apposite indagini - che:
>>> Due perle in legno di un braccialetto appartenuto a Bertelli Rossana erano sporchi di sangue corrispondente per struttura molecolare a quello della vittime Tonello Luca.
>>> Sui pantaloni tipo jeans sequestrati a Bertelli Rossana, a livello delle tasche posteriori, e della gamba sinistra sono state rinvenute tracce biologiche (più macchie) la cui struttura molecolare (per una sola traccia utile all'esame) era simile a quella che costituisce patrimonio genetico in buona parte del defunto Tonello Luca ed in minor parte del Bertazzoni Gabrio.
>>> Tracce di sangue appartenente sicuramente a Tonello Luca sono state repertate su un magione sequestrato nell'abitazione di Mandalà Alessandro. Altre tracce biologiche (non utili per analisi) sono state repertate sui pantaloni (zona della tasca destra, gamba sinistra sotto il ginocchio, gamba destra sopra il ginocchio) e sulla camicia (zona del ventre).
>>> Tracce di sangue appartenente a BERTAZZONI GABRIO sono state individuate per una estensione di circa 1 cm - 1,5 cm, sulla gamba sinistra di un paio di pantaloni al terzo superiore della gamba approssimativamente, appartenuti e sequestrati nella abitazione dello stesso Bertazzoni (pagg. 13-14-15 della trascrizione della deposizione dei periti).
*** Sui pantaloni tipo jeans appartenuti a Mandalà A. sono state riscontrate, alla prova col luminolo, tracce di materiale biologico a livello della tasca destra, gamba sinistra e tasca destra (rispettivamente sotto il ginocchio per la gamba sinistra e sopra il ginocchio per la gamba destra) che purtroppo non hanno dato esito per la loro natura di tracce latenti alla identificazione di appartenenza.
** Sul maglione appartenuto al Mandalà, sulla zona corrispondente al ventre sono state rinvenute tracce di sangue appartenute sicuramente alla vittima Tonello Luca.
*** Della impronta della scarpa rinvenuta alla destra del cadavere del Tonello non è stata individuata l'appartenenza, cioè non è stato stabilito se la stessa fosse riferibile alle scarpe del Tonello o del Bertazzoni, anche perché le suole delle scarpe, in sequestro presso l'abitazione dei due, hanno struttura sostanzialmente analoga.


1-C  I DATI OBIETTIVI della NECROSCOPIA ed AUTOPSIA su TONELLO LUCA

Hanno evidenziato:
*** una ampia, estesa lesione della regione frontale alta (o fronto-parietale) del capo caratterizzata da uno squarcio fronto-parietale (esteso da polo a polo per una lunghezza di circa 11 cm) del cuoio capelluto. Lo squarcio si continuava anteriormente con altre due lacerazioni (di 3 cm a destra e di 1 cm a sinistra) e posteriormente si continuava con altre tre lacerazioni o ferite lacero contuse di cm 3-4-2.: interprete assieme all'ampio squarcio come ferite da "scoppio" legate quindi alla esplosione del tavolato osseo con lacerazioni causate dallo scoppio medesimo. Lo squarcio del cuoio capelluto lasciava aperta una breccia lunga orizzontalmente cm 11 e verticalmente massima di 4.5 cm.. Si notava frantumazione del tavolato cranico, mancanza di parti ossee, messa a nudo con perdita parziale della sostanza cerebrale del lobi frontali o comunque della regione anteriore del cervello.
Non sono state repertate raccolte ematiche nei cavi pleurici, né pneumotorace, né importanti emorragie perirenali a destra.
^^^ A conclusione della indagine autopsica si è sottolineato:
a) il Tonello sicuramente non è morto in acqua e quindi per annegamento
b) il Tonello è deceduto per le gravissimi lesioni cranio-cerebrali
c) il Tonello era soggetto sano e si presume capace di reagire ad una aggressione
d) il Tonello non presentava alcuna lesione da riferire a difesa attiva o passiva
e) L'ordine cronologico delle lesioni è stato ritenuto essere: prime le lesioni al capo, successive (in fase agonica o su soggetto quasi morto o morto) le lesioni al torace.
f) Le lesioni repertate sul cadavere di Tonello Luca sono state ritenute compatibili con la mazzetta da muratore del peso di gr. 1200 (al capo) e con il coltello da caccia (alla parete posteriore destra del torace).
Si fa  presente che il Tonello era soggetto di corporatura media: altezza sui 172-175 centimetri, peso di circa una settantina di chili.

==> LE CARATTERISTICHE ANTROPOMETRICHE di MANDALA' ALESSANDRO

Dai dati riportati dal cartellino segnaletico il Mandalà risulta soggetto di altezza pari a centimetri 171, di corporatura media con modeste masse muscolari. La costituzione del soggetto è da ritenersi complessivamente media, sicuramente non è definibile robusta né tanto meno gracile.
Dalla documentazione clinica presa in esame nella Casa Circondariale di Treviso risultano alla prima visita medica - all'atto dell'accoglimento del Mandalà nella stessa Casa - i seguenti dati antropometrici: ALTEZZA cm 174 PESO Kg 61.
Per quanto concerne gli altri elementi obiettivabili sul signor Mandalà si rimanda al capitolo apposito più avanti.

==> I RILIEVI sui VESTITI della vittima TONELLO LUCA

Il Tonello che indossava giubbotto, camicia grigio scura, pantaloni con cintura in cuoio marrone, maglietta, pantaloni tipo jeans, scarpe di cuoio color marrone come appare dalle foto eseguite al momento del rinvenimento del cadavere e sul luogo dello stesso presentano:
** anteriormente
** assenza di significative ed importanti degradazioni o segni di trascinamento su terreno fangoso a carico del giubbotto (foro 5)
** a carico dei pantaloni non è possibile alcuna valutazione dato che l'unica foto a disposizione (foto 6) mostra i pantaloni abbassati e quindi non esplorabili.
** a carico delle scarpe assenza di segni da trascinamento, salvo presenza di fango sulla metà destra della scarpa sinistra (foto 2)
** posteriormente
** il giubbotto presenta superficie sporca di terra, presenza di quattro lacerazioni (quattro delle coltellate), due chiazze di fangosità rispettivamente alla spalla destra all'attaccatura della manica e a sinistra in sede sottoscapolare. Non sono evidenti significative e sicure tracce di trascinamento (foto 4).
Una altra chiazza di fangosità si rileva sulla parte posteriore destra del giubbetto (in continuità con analogo reperto sui pantaloni) e sulla parte distale della manica destra (foto 3) e relativo ingrandimento allegato alla presente relazione).
** a carico dei pantaloni si apprezza una area molto limitata di fangosità a livello del  polpaccio sinistro, area di fangosità estesa a quasi tutta la superficie posteriore della gamba destra della regione dell'orlo inferiore della gamba fin appena sopra la piega del ginocchio (foto 3 e relativo ingrandimento).
Si tratta di tracce di fango non molto spesse ed apparentemente prive di segni di strisciamento e non esiste in senso latero-mediale.
A livello della natica di destra (zona della tasca e zona soprastante comprendente anche la cintura ed in parte la camicia) si apprezza la più estesa e vistosa traccia di fango depositata sul tessuto dei pantaloni (vedi foto 3 e relativo ingrandimento allegato alla presente relazione).
I vestiti del defunto Tonello Luca sono stati, a suo tempo, repertati e custoditi dalla Polizia nella locale Questura. La visione diretta dei suddetti vestiti,  grosso modo, conferma, quanto già repertato fotograficamente. Si tenga presente (come emerge dalle foto allegate con relative spiegazioni) che la conservazione in sacco chiuso dei vestiti, a suo tempo, bagnati ha dato luogo a sviluppo di muffe che in parte hanno coperto ed alterato i reperti originari.
Le foto indicano:
1-2) le tracce delle ferite da arma dotata di punta e taglio lasciate sul giubbotto di Tonello Luca
3-4) tracce delle ferite da punta e taglio sulla camicia indossata dal Tonello
5-6) tracce delle ferite lasciate sulla maglietta intima
7-8) i pantaloni visti dal davanti: a parte la muffa bianca non si apprezzano tracce ematiche o di trascinamento
9-10-11) pantaloni visti da dietro: tracce sospette ematiche alla base di destra e parte alta della gamba destra
12-13) particolare delle precedenti

=> I DATI OBIETTIVI e LE CARATTERISTICHE della Ferita riportata alla mano destra da MANDALA' ALESSANDRO:

Facendo riferimento alla certificazione ospedaliera relativa alla ferita riportata dal  Mandalà si apprende dalla descrizione in atti (P.S. dell'Ospedale di Treviso) essersi trattato di Ferita da taglio situata alla piega interdigitale tra 1° e 2° dito della mano destra, priva di lesività profonda senza interessamento di nervi sensitivi e motori, che è stata sottoposta a satura
Il colloquio avuto col sanitario della Casa Circondariale e la visione diretta della cicatrice ci consente di confermare quanto è in documentazione.
Alla visita effettuata il giorno 31 luglio in Casa Circondariale risulta che il signor MANDALA' ALESSANDRO (nato a Treviso il 26.08.1974) appare come soggetto strutturalmente longilineo con masse muscolari adeguate alla costituzione, non definibile sicuramente soggetto robusto.
A carico della mano destra, nella piega interdigitale tra pollice ed indice, sulla parte dorsale della piega a circa mezzo centimetro esternamente alla prima falange del pollice si apprezza una cicatrice lineare biancastra assolutamente regolare a decorso traverso lunga circa 0.8 cm.
La documentazione medica relativa alla suddetta ferita (nel diario clinico del Mandalà) riporta integralmente quanto già descritto in apposito verbale dal Pronto Soccorso dell'Ospedale di Treviso.
All'atto dell'ingresso del Mandalà in Casa Circondariale si documentava a suo carico altezza di cm 174 e peso di Kg 61.00.
Alla visita da me effettuata in data 31 luglio 2001 i dati delle relative misurazioni sono:
ALTEZZA cm. 174 PESO Kg. 66.50
Alla visita effettuata il giorno 31 luglio in Casa circondariale risulta pertanto che il signor MANDALA' ALESSANDRO (nato a Treviso il 26.08.1974) appare come soggetto strutturalmente longilineo con masse muscolari adeguate alla costituzione, non definibile sicuramente soggetto robusto.

=> Dal VERBALE d'interrogatorio del signor MANDALA' ALESSANDRO (21.12.2000) presso la Casa Circondariale di Treviso

(pag 4 da rigo 26 in avanti) ...... " Restando fermi nel posto in cui era il Tonello ci accendavamo una sigaretta ... Restammo fermi in quel posto per circa un quarto d'ora tutti e tre parlando del più e del meno. Il Tonello non fu meravigliato di vedermi li. Successivamente io decisi di dire al Tonello e alla Rossana che me ne sarei andato perché secondo me il fornitore di droga non sarebbe più arrivato. Tonello e la Bertelli dissero invece che si sarebbero trattenuti. Io feci finta di andarmene ma in realtà mi nascosi senza farmi vedere vicino alla mia auto e approfittai di un momento che i due erano di spalle per colpire alla nuca il Tonello con la mazzetta. Preciso che il Tonello e la Bertelli erano andati avanti di altri 15-20 metri rispetto al punto in cui eravamo stati fermi tutti e tre. Quando colpii alla nuca il Tonello questi anziché perdere i sensi (forse io per paura non diedi un colpo sufficientemente forte) si voltò verso di me urlando ed aggredendomi nel senso che mi prese per il petto. I cani cominciarono ad abbaiare: A quel punto io non capii più nulla e utilizzai la mazzetta contro il Tonello colpendolo alla nuca e a quel punto il Tonello finì a terra senza tuttavia perdere i sensi. A quel punto vidi la Rossana andare verso l'auto, io colpii di nuovo il Tonello alla nuca; il Tonello continuava a parlarmi con una voce trasformata non si esprimeva con parole comprensibili. Io fui preso dalla paura e d'istinto continuai a colpire. In tutto colpii quattro volte sempre alla testa forse anche alla tempia sinistra. Al quarto colpo sentii del sangue del Tonello arrivarmi sul viso (lui era a terra ed io in ginocchio).
A questo punto mi venne istintivo gettare via la mazzetta. Il Tonello continuava a rantolare e questo mi spaventò ancora di più e presi il coltello e lo colpii alla schiena perché era prono. Al primo colpo mi sono tagliato alla mano e poiché la mano mi faceva molto male non ebbi neanche tanta forza nel colpire. A quel punto scappai lasciando il corpo tra la strada e l'argine col coltello in mano .......
Tornammo con  la Rossana indietro; il corpo (Tonello) era tra la strada ed il ciglio, presi il Tonello per le gambe e lo trascinai verso l'acqua e cercai il portafogli,
poi trovato accanto al cadavere, quando questo era già vicino all'acqua ........


Dal VERBALE d'interrogatorio del signor
MANDALA' ALESSANDRO
presso la Casa Circondariale di Treviso (16.07.2001)

Al penultimo capoverso della seconda pagina dell'interrogatorio si legge:
A.D.R. il secondo colpo lo sferrai con la mazzetta che tenevo nella mano destra colpendo il TONELLO sulla sua fronte a sinistra e fu con questo colpo che il Tonello cadde. Il Tonello non si rialzò e gli diedi altri due colpi, uno dietro l'altro credo, mentre era a terra pancia in giù. Confermo che al quarto colpo sentii del sangue del Tonello sul viso (nota del sottoscritto C.T.: non deve essere stato grande quantità se è vero che si è pulito con la saliva)
Ribadisco che mi ferii al momento della prima coltellata che diedi stando in ginocchio o accucciato di fianco al Tonello. Passò qualche secondo e poi diedi tutte le altre coltellate stando sempre nella posizione in cui ero ed usando la mano ferita
Al penultimo capoverso della terza pagina si legge:
A.D.R. quando andai a cercare il portafogli come mi aveva chiesto la Bertelli quest'ultima ebbe modo di vedere il corpo del Tonello e nell'occasione mi chiese più volte se era morto.

Dal VERBALE della RICOGNIZIONE sul luogo dell'omicidio di Tonello Luca

> IL MANDALA':
Circa la posizione del cadavere del Tonello, il Mandalà modifica in parte la sua deposizione iniziale: prima di essere portato al fiume indica che lo stesso era o sulla ghiaia della strada o quanto meno a cavallo tra strada e ciglio erboso (pag 19), rettificando poi di avere spostato il cadavere verso l'erba per paura che il cadavere venisse investito da qualche auto (????).
Circa le modalità con le quali il cadavere è stato poi portato sul greto del fiume il Mandalà afferma (pag 27) di averlo preso per le gambe e trascinato giù ... non ricorda fin dove.
Dichiara di avere trascinato il cadavere pancia in giù dato che il Tonello era sempre prono, l'ha tirato per i piedi ed è arrivato fino all'acqua scivolando dentro l'acqua (pag. 27).
Il Mandalà dichiara di non essere andato verso il fiume con spalle o fronte rivolta verso il Sile dichiara di essere andato giù di sbieco lasciando il corpo tra la terra e l'acqua con la pancia in giù la testa verso la casa ed i piedi verso il fiume (pag 29).


La valutazione medico-legale sulla compatibilità tra dati obiettivi e versioni fornite dal Mandalà in merito alla dinamica dei fatti

    Bisogna notare che le dichiarazioni rese dal Mandalà non sono sempre, per la stessa circostanza, coincidenti.
    Comunque prendendo il tutto nel suo insieme risulterebbe che il Mandalà si è allontanato, di circa 15-20 metri, dal Tonello e dalla Bertelli che erano insieme, per nascondersi. Poi, d'improvviso, stando nascosto, si è riavvicinato ed ha assalito il Tonello senza farsi sentire o comunque farsi avvertire (è da pensare che camminasse sul ciglio erboso e non sulla ghiaia perché in questo caso, calzando, come si sa, degli scarponi avrebbe sicuramente prodotto del rumore avvertibile dal Tonello). Dichiara il Mandalà di avere colpito il Tonello una prima volta alla nuca, dichiara che questi non ha perso conoscenza, dichiara che il Tonello avrebbe reagito appoggiandogli le mani sul petto, dichiara di avere quindi colpito ancora il Tonello (dapprima sostiene la tesi di averlo sempre colpito alla nuca - nell'ultimo interrogatorio ammette di aver colpito il Tonello alla regione frontale sinistra = evento più verosimile se è vero che il Tonello si è voltato ed ha reagito appoggiando le mani sul petto del Mandalà). A seguito di questo colpo il Tonello sarebbe caduto e quindi il Mandalà avrebbe ancora colpito alla nuca il povero Tonello mentre era pancia in giù. Successivamente avrebbe inferto le coltellate stando per terra, non ricorda se inginocchiato o accucciato. Infine dichiara di avere spostato il cadavere verso il ciglio erboso per evitare un possibile investimento, ed infine dichiara di avere trasportato il cadavere verso il fiume, afferrandolo dai piedi, camminando di sbieco e di avere lasciato il cadavere con i piedi verso l'acqua del Sile e la testa rivolta verso la casa.
La versione dei fatti fornita dal Mandalà in parte appare compatibile con i dati oggettivi in parte non trova spiegazione negli stessi.
Innanzitutto "il fatto" deve essere iniziato (vedi planimetria) dalla parte opposta del Sile e quindi nel ciglio erboso, molto vicino al muretto di recinzione per cui appare poco verosimile che il Mandalà si sia allontanato e poi tornato indietro per aggredire il Tonello senza provocare alcun rumore dei passi (calzava scarponi) sulla ghiaia. Comunque quanto è stato repertato in prossimità del muro di recinzione non trova alcuna spiegazione nelle dichiarazioni del Mandalà.
Il luogo in cui si è consumata la morte del Tonello è sicuramente sulla stradina in prossimità del ciglio erboso; sicuramente sulla strada e non sull'erba - In questo senso collimano i reperti fotografici dei luoghi eseguiti dalla Polizia Scientifica ed in questo senso, indirettamente, depone la affermazione del Mandalà circa l'opportunità di spostare il cadavere sull'erba al fine di evitare un eventuale investimento.
Risulta verosimile e compatibile con i dati obiettivi della autopsia che il Mandalà abbia colpito l Tonello con la mazza da muratore la prima volta alla nuca. Risulta verosimile ed attendibile che il Tonello, a seguito del primo colpo non abbia perso conoscenza. Risulta verosimile che il Tonello si sia rivolto al Mandalà con espressioni verbali o anche con una spinta al petto (e quindi si è posizionato frontalmente al suo aggressore).
Non è assolutamente compatibile con le lesioni riscontrate che il Tonello sia stato colpito sempre alla regione posteriore del capo (come ha sostenuto il Mandalà nella prima versione dei fatti, che parzialmente ha corretto nella seconda versione.
Il Tonello (e lo dice lo stesso Mandalà) è stato dapprima colpito alla nuca; si desume ed appare logico che lo stesso si sia girato col viso rivolto al suo aggressore. Ora se questi ha colpito di nuovo, sicuramente ha colpito la sua vittima anteriormente e quindi alla regione frontale Ed ha colpito con molta forza tale da provocare lo scoppio della scatola cranica. A seguito di questo colpo (che è risultato il colpo mortale) si desume che il Tonello sia caduto a terra in posizione supina e non prona (anche se non si può escludere in maniera assoluta che a seguito del violento colpo sia caduto faccia in giù per una sorta di sbilanciamento o semiavvitamento su se stesso).
Ora se il Tonello è caduto - come si ritiene verosimile - in posizione supina, sicuramente è stato girato dal Mandalà in posizione prona. Questo è stato sicuramente fatto, come attesta l'insieme delle ferite sul dorso del povero Tonello.
Non si può escludere che, sul Tonello in posizione prona, il Mandalà abbia dato qualche altro colpo di mazzetta alla regione occipitale del Tonello, così come dichiara il Mandalà medesimo (in effetti un eventuale ulteriore colpo su un cranio scoppiato e polifratturato risulta di difficile individuazione in quanto le lesioni per la loro entità, numerosità ed estensione a tutta la scatola cranica non consentono di individuare i diversi punti di urto).
E' verosimile che il Mandalà a questo punti abbia gettato lontano o vicino la mazza (l'arma con cui è stato ucciso il Tonello) ed abbia preso il coltello infierendo sul corpo ormai privo di qualsiasi capacità reattiva (e forse anche privo di vitalità o anche di vita) colpendo su una zona del corpo del Tonello molto limitata, come è stato detto e fotografato.
Avvertendo che il povero Tonello emetteva qualche rantolo è da ritenere verosimile che l'aggressore abbia "voluto assicurarsi di togliere alla vittima qualsiasi possibilità di vita", colpendolo ripetutamente col coltello sulla regione polmonare destra posteriore.
E' da ritenersi verosimile che il Mandalà si sia ferito alla mano destra nel corso di questa ultima parte del delitto e che quindi sia stato costretto ad una pausa nel completare la azione violenta avverso il Tonello.
Il Mandalà sostiene di avere avvertito male e di avere quindi inferto dei colpi sicuramente poco violenti.
A parte il colpo che ha interessato lo scheletro vertebrale gli altri risultano abbastanza o molto profondi; tuttavia è da tener presente che il Tonello non era in grado di reagire (e sicuramente non ha reagito; era sicuramente immobile) per cui anche con una mano ferita era possibile colpire la vittima più volte e con una certa forza di penetrazione.
   Si rimanda alla fine della relazione di consulenza medico-legale circa la direzione delle coltellate.
In ogni caso resta accertato che il Tonello non ha reagito né attivamente, né passivamente avverso al suo o suoi aggressori; resta parimenti accertato che il Tonello è deceduto per scoppio della scatola cranica causato dall'imponente traumatismo portatogli in regione frontale con la mazzetta da muratore; resta accertato infine che le sei coltellate inflitte al dorso non hanno avuto importanza nel determinismo della morte.

X X X

Circa poi il trasporto del cadavere dal bordo della strada (quello confinante col ciglio erboso) fino al fiume Sile, il Mandalà sostiene di avere trasportato il cadavere tenendolo per i piedi, mentre il cadavere era sempre in posizione prona, e camminando di sbieco. Tale versione risulta possibile in quanto spiegherebbe la "perdita per strada" di ben tre frammenti ossei della scatola cranica del Tonello, (punti C-B-A della planimetria e relative fotografie), spiegherebbe la strisciata ematica dal punto C (sede dell'omicidio) fino a punto A (riva del Sile) per perdita di sangue dalla scatola cranica - cervello e cuoio capelluto.
> Contrastano con questa versione la assenza di possibili tracce al volto causate durante il trasporto del cadavere e parimenti la assenza di tracce di trascinamento sulla regione anteriore del giubbetto che indossava il Tonello. Bisogna tuttavia tenere in conto che il volto del cadavere che eventualmente era strisciato sull'erba successivamente è stato immerso in acqua così come la maggior parte della superficie del giubbetto (vedi foto 1 del fascicolo della Polizia Scientifica) per cui l'affermazione appena fatta circa le tracce al volto e giubbetto non va assunta in forma assoluta. Infatti eventuali tracce di trascinamento erano sicuramente fresche, e, a contatto con l'acqua corrente, erano passibili di lavaggio e quindi di detersione.
Infine non è assolutamente corrispondente ai dati oggettivi il fatto che il Mandalà (come afferma) abbia immesso il corpo del Tonello con i piedi nel Sile e la testa sul ciglio erboso, in quanto, al ritrovamento, il cadavere risultava immerso in acqua con la testa-collo e parte del petto.
Se accettiamo che il Mandalà ha trasportato il cadavere trascinando per i piedi dobbiamo, per forza, ammettere che in tutta prossimità del Sile deve avere "girato il cadavere" di 120° per poi immergerlo parzialmente in acqua.
Da parte nostra, pur ritenendo che la versione fornita dal Mandalà possa ritenersi accettabile, dobbiamo tuttavia sottolineare che il trasporto di un cadavere di soggetto di normale corporatura è una operazione faticosa e che richiede forza (il cadavere è veramente, come si usa dire, un peso morto). Il tutto diviene ancor più faticosa se il trasporto-trascinamento avviene su terreno irregolare o accidentato, è invece più agevole su un terreno liscio, scorrevole.
Anche l'operazione di immersione del cadavere, seppur parziale, in acqua e, sicuramente una operazione faticosa. Non si comprende poi (guardando la relativa foto) come il Mandalà possa avere semisommerso il cadavere senza essere entrato in acqua, a meno che non lo abbia spinto dai piedi; ma questa è una operazione molto faticosa che deve lasciare tracce sulla parte anteriore dei vestiti in particolare sui jeans che non sono stati immersi nell'acqua, mentre significative tracce di fango sono state apprezzate sulla regione posteriore destra (zona del bacino e natica) degli stessi pantaloni assieme alla camicia e parte inferiore posteriore destra del giubbotto.
Infine risulta molto strano che nell'ultimissimo tratto del trascinamento (là dove si impiega più tempo) non ci sia una benché minima traccia ematica. Le tracce cessano di essere apprezzabili qualche tratto prima. (foto 1 - foto 20 e foto 21 del dossier fotografico della Polizia scientifica)
Tuttavia la assenza di tracce ematiche si può spiegare col fatto che in prossimità del ciglio erboso il cadavere sia stato (come detto prima) girato e trasportato verso l'acqua con la testa in avanti: in questo caso il corpo del Tonello pur continuando a genere sangue dal capo ha, per così dire "pulito", durante il trascinamento le tracce ematiche con il corpo ed arti inferiori che passano sulle stesse tracce mentre il cadavere veniva immerso in acqua in posizione prona e con la testa rivolta verso il fiume. In tal caso tracce ematiche dello stesso sangue del Tonello avrebbero dovuto essere repertate sulla faccia anteriore dei pantaloni, che scorrendo sul sangue emesso dal cadavere, ne avrebbero determinato la asportazione e la relativa pulizia sul terreno. Nessuna traccia ematica è stata repertata sulla faccia anteriore dei pantaloni-jeans.
    Da tutte queste considerazioni emerge chiaro che alcuni elementi fondamentali dell'accaduto (colpo alla nuca - colpo alla fronte con la mazza, possibile successivo colpo alla nuca, coltellate sul dorso, omicidio consumato al confine tra strada ghiaiosa e ciglio erboso) raccontati dal Mandalà sono compatibili e rispondenti ai dati obiettivi derivanti dal sopralluogo e dalla indagine necroscopica.
    Meno convincenti appaiono alcuni particolari come le varie manovre necessarie per il trasporto del cadavere dal luogo dell'omicidio fino al fiume Sile: necessità di girare il cadavere per trasportarlo tenendolo dai piedi (un possibile trascinamento tenendo il cadavere per le ascelle o braccia sarebbe stato estremamente difficoltoso o quasi impossibile); la posizione di sbieco dichiarata nel trasposto del cadavere; il necessario rigiramento del cadavere per immergerlo a testa in avanti, la evidente difficoltà nell'esecuzione della manovra di immersione del cadavere a testa in acqua.

Infine è da escludere in maniera assoluta che il Tonello abbia reagito o comunque ingaggiato anche un accenno di colluttazione o abbia assunto posizione di difesa anche passiva nei confronti di chi lo aggrediva. La assenza di lesioni alle mani e polsi depongono per assenza di reazioni e di atteggiamenti di difesa, specie considerando che il Tonello è stato aggredito con una mazza ben pesante ed un coltello in grado di provocare lesioni.

Dalle dichiarazioni del Mandalà risulta per certo che la Bertelli ha visto il Tonello ormai cadavere, pare quando ancora era sul limite della strada.


In definitiva le versioni fornite dal Mandalà circa la dinamica dei fatti connessi all'omicidio di Tonello Luca e alla parziale sommersione del cadavere nel fiume Sile, contrassegnate da contraddizioni tra le varie versioni, non può ritenersi inattendibile. La attendibilità delle versioni fornite, tuttavia, risulta inficiata da diverse inesattezze ed incongruità che sono state, di volta in volta, messe in evidenza.


BERTELLI  ROSSANA

Dal VERBALE d'interrogatorio della signorina BERTELLI ROSSANA (3 NOVEMBRE 2000)

La Bertelli davanti al GIP ha dichiarato di confermare quanto già spontaneamente aveva dichiarato in precedenza e alla terza pagina del verbale dichiara che il Tonello, dopo essere stato colpito alla nuca con la mazza da parte del Mandalà è caduto a terra, si è quindi rialzato e ha iniziato a difendersi colluttando e gridando.
Successivamente la Bertelli dichiara di essere scappata e pochi minuti dopo è tornata sul posto ed ha trovato il Mandalà che stava tornando verso di lei; chiese allora se avesse asportato il portafogli al Tonello per cui, a risposta negativa, sono andati assieme verso il fiume.
Il Mandalà - a detta della Bertelli - aveva già portato il corpo del Tonello verso il fiume per cui lei non ha visto il cadavere, non avendo il coraggio di vederlo è rimasta - sempre a suo dire - sulla strada in attesa che il Mandalà recuperasse il portafogli.

Dal VERBALE d'interrogatorio della signorina

BERTELLI ROSSANA

(14.12.2000) presso la Casa Circondariale di Treviso

Nel secondo foglio della deposizione la Bertelli asserisce ancora di non avere visto il corpo privo di vita del Tonello quando è tornata assieme al Mandalà sul luogo del delitto per recuperare il portafogli.
Asserisce ancora una volta che il portafogli datole dal Mandalà non era bagnato e di avere notato subito dopo che lo stesso era insanguinato.

LA PERIZIA BIOLOGICA e DATTILOSCOPICA

hanno accertato che:
*** due perle di legno di un braccialetto appartenuto a Bertelli Rossana erano sporchi di sangue corrispondente per struttura molecolare a quello della vittima Tonello Luca.
*** sui pantaloni tipo Jeans sequestrati a Bertelli Rossana, a livello delle tasche posteriori, e della gamba sinistra sono state rinvenute tracce biologiche (più macchie) la cui struttura molecolare (per una sola traccia utile all'esame) era simile a quella che costituisce patrimonio genetico in buona parte del defunto Tonello Luca ed in minor parte del Bertazzoni Gabrio.
*** Sul manico del coltello sequestrato al Mandalà è stata repertata una unica impronta risultata appartenente al pollice della Bertelli Rossana. La impronta ha disposizione longitudinale parallela all'asse maggiore del coltello come per una azione prensile diversa da quella normale di chi impugna un manico.

LE CARATTERISTICHE ANTROPOMETRICHE di BERTELLI ROSSANA.

Come risulta dal cartellino segnaletico visionato in Questura di Treviso si tratta di soggetto di altezza pari a cm 162, di corporatura piccola, con scarso pannicolo adiposo, di costituzione complessivamente debole, debole-medio.


CONSIDERAZIONI e VALUTAZIONI relative alla BERTELLI ROSSANA

Restando sempre nei limiti dell'incarico affidatomi ritengo di dovere innanzitutto precisare che:
Esiste una importante contraddizione tra quanto affermato dal Mandalà ( ...la Rossana vide il corpo del Tonello, forse quando era ancora sulla strada) e quanto affermato dalla Bertelli (non ho visto il corpo del Tonello perché non ne avevo il coraggio).
Sicuramente la Bertelli è venuta a contatto col sangue del Tonello come attesta la presenza di due macchie su altrettante "perle in legno" del braccialetto e la presenza di materiale biologico sempre riferibile al Tonello sulla parte posteriore dei jeans.


La versione dei fatti fornita dalla Bertelli non è accettabile:
Quando Essa afferma che il Tonello si è impegnato in una colluttazione col Mandalà. La indagine necroscopica ha escluso in maniera assoluta la esistenza di lesioni da riferire a colluttazione e quindi a difesa attiva ed ha addirittura escluso la incidenza di segni di difesa passiva.
La Bertelli dichiara di non avere visto il cadavere del Tonello (contrariamente a quanto affermato dal Mandalà) per cui non si riesce a spiegare la presenza del sangue (evidentemente erano macchie non viste e non sottoposte a rimozione) su due perle in legno del braccialetto che attestano invece un contatto sicuro col sangue del Tonello, (anche se la Bertelli introduce l'elemento del coltello sporco di sangue) così come la presenza di tracce biologiche sulla parte posteriore dei jeans di materiale appartenuto al Tonello, induce a ritenere che ci sia stato un certo contatto quanto meno col sangue della vittima.
>>> In definitiva la versione dei fatti fornita dalla imputata Bertelli Rossana presenta delle contraddizioni sia nei confronti dei dati obiettivi (indagini biologiche) sia nei confronti della versione fornita dal Mandalà circa il contatto (almeno visivo) avuto dalla Bertelli nei confronti del cadavere del Tonello, sia rispetto alla presunta reazione del Tonello avversa alla aggressione messa in essere dal Mandalà.


In conclusione si può affermare che le versioni fornite dalla Bertelli circa la sua partecipazione all'omicidio di Tonello Luca non può ritenersi del tutto infondata, ma sicuramente presenta, sotto il profilo medico, delle lacune che le dichiarazioni rese dalla Bertelli sicuramente non colmano.


BERTAZZONI  GABRIO

1 MARZO 2000

POICHE' PER GABRIO BERTAZZONI SONO STATE RIAPERTE LE INDAGINI, NON RITENGO POSSIBILE PUBBLICARE LE SUE DICHIARAZIONI.

COMUNQUE PROVVEDERO' A PUBBLICARLE  NON APPENA SARA' POSSIBILE.

L'AUTORE


 

CONSIDERAZIONI ED IPOTESI dei FATTI nel rispetto dei DATI OBIETTIVI

Prendendo in esame i reperti descritti nel corso del sopralluogo (si fa riferimento alla planimetria e ai dettagli fotografico allegati) si deve supporre che Tonello Luca è stato oggetto di una aggressione (che si potrebbe definire di entità molto modesta) in tutta prossimità del muretto di recinzione, sol lato opposto del Sile.
Con questa ipotesi si riesce a spiegare l'insieme dei reperti segnati sulla planimetria con i numeri 5-6-7-8, indicanti tracce minime di sostanza ematica e soprattutto la presenza degli occhiali da vista appartenuti a Tonello Luca.
    Si vuole cioè ipotizzare che proprio in quel punto il Tonello sia stato aggredito dal Mandalà subendo un traumatismo lieve (che potrebbe aver causato o l'ecchimosi labiale inferiore oppure la ferita in regione sopracciliare sinistra). Diversamente non si riesce a spiegare la perdita di tre minime gocce di sangue in una zona molto lontana dal punto ove è stato trovato il cadavere e lontana anche dal punto ove si ritiene con molta attendibilità sia stato consumato l'omicidio.
A seguito di questa aggressione è da ipotizzare che il Tonello (vistosi affrontare dal Mandalà supportato dalla Bertelli) abbia tentato di allontanarsi dai suoi aggressori, cioè abbia tentato si scappare.
    Si spiegherebbero in questo modo sia la ulteriore presenza di due piccole aree (3-2) di "imbrattamento ematico del ghiaino e di una foglia, sia la caduta a terra per perdita del portachiavi con chiave e telecomando dell'auto (punto 2) e dell'accendino (1).
Ma il povero Tonello non sarebbe riuscito a mettersi al riparo dal suo o suoi aggressori ed è stato, a distanza di qualche metro dall'avvio dell'aggressione, attinto alla nuca dal primo colpo di mazza che gli è stato inferto dal suo aggressore (Mandalà).
A questo punto e in questo luogo (siamo nella zona indicata con il numero 1 e la lettera C nella planimetria ove peraltro in fotografia corrisponde la massima presenza di materiale ematico) viene iniziato e consumato il delitto. In questo punto il Tonello sarebbe stato raggiunto e colpito alla nuca con la mazza da muratore; quindi il Tonello si è girato rivolgendosi al Mandalà o comunque al suo aggressore, senza reagire, forse perché non ne ha avuto la intenzione, forse perché non ne ha avuto la forza, forse perché non ne ha avuto il tempo. In successione immediata il Tonello è stato colpito, con estrema violenza, alla regione frontale sempre ed ancora con la mazzetta da muratore. Il colpo ha causato lo "scoppio del cranio per polifratturazione con la conseguente fuoriuscita di materiale cerebrale.
E' da ritenere, a questo punto, che per la violenza del colpo ricevuto il povero Tonello sia caduto riverso al suolo in posizione supina. In sequenza il Tonello, ormai colpito a morte e quindi destinato al decesso nel giro di pochissimo tempo, sarebbe stato rigirato (messo cioè in posizione prona) forse sarebbe stato colpito ancora una volta alla nuca e quindi, mentre era a terra, fermo, rantolante, è stato accoltellato per ben 6 volte alla regione posteriore del torace.
    Circa le lesioni da accoltellamento (fotografate dalla Polizia alla foto 7 e dal sottoscritto nel corso dell'esame necroscopico) si ricorda che:
alcune (tre hanno una disposizione orizzontale e altre tre hanno disposizione verticale per cui - come già detto nella ultima parte della relazione medico-legale - o il reperto non ha alcun significato rapportato alla realtà, o può indurre a ritenere che l'aggressore ha cambiato dopo tre coltellate il modo di impugnare l'arma, o che l'aggressore dopo tre coltellate ha cambiato posizione rispetto al Tonello tenendo l'arma impugnata nella stessa maniera, o, infine, che a pugnalare il Tonello siano state due diverse persone che si sono scambiata l'arma.
Va ribadito che il delitto è stato consumato nel tratto posto al confine tra strada con ghiaia e l'inizio del ciglio erboso che costeggia la strada medesima.
Va ricordato che la affermazione della Bertelli di non avere visto il Tonello cadavere è in netto contrasto con quanto ha dichiarato il Mandalà.
  
Una volta ucciso il Tonello ed assunta la convinzione che la morte era sicuramente sopravvenuta (accoltellamento al torace) si è voluto "spostare il cadavere" non certo per il timore che potesse essere investito (evento che avrebbe giovato all'autore del delitto) ma molto verosimilmente per la volontà di occultarlo o meglio ancora per provvedere alla sua sommersione nelle acque del Sile al fine di ritardare il più possibile il rinvenimento del corpo. Ma il cadavere non è stato sommerso; è stato solo in parte portato nell'interno del fiume forse nella speranza che la corrente riuscisse a tirarlo completamente dentro il fiume o lo trasportasse a valle.
Circa il trasporto del cadavere si è detto a commento delle affermazioni del Mandalà che: a) il trasporto del cadavere del Tonello non è stata una operazione facile; b) la struttura fisica del Mandalà non impedisce allo stesso il trasporto del cadavere trascinandolo per i piedi ma richiedendo un dispendio di forza ed un impegno di parecchio tempo; c) non è vero che il cadavere sia stato sommerso parzialmente con i piedi in acqua: è stato il contrario; d) il posizionamento del cadavere nella posizione in cui è stato repertato ha richiesto lo sforzo di tirare o spingere lo stesso in acqua con uno ovvio mezzo bagno nel Sile nel primo caso (tirare il cadavere dentro il fiume)  e con enorme impegno fisico nel secondo caso (spingere il cadavere dai piedi dentro il fiume).
I dati del sopraluogo ci dicono chiaramente che il cadavere è stato trasportato per una distanza approssimativamente di 5 metri. Sicuramente durante il trasporto il cadavere ha continuato a sanguinare. Sicuramente la posizione del cadavere, durante il trasporto, è stata tale da consentire la perdita di frammenti ossei cranici e perdita di sangue per cui sicuramente la testa del povero Tonello era penzolante verso terra: quindi il cadavere è stato sicuramente trascinato per i piedi.
(se fosse stato trasportato afferrato alle ascelle sicuramente avrebbe sanguinato ma il corpo e gli arti inferiori avrebbero in grandissima parte pulito la striscia ematica).
Se si esamina a fondo la foto 37 del fascicolo della Polizia e della quale si è eseguito un ingrandimento (allegato) si nota come il massimo dell'imbrattamento ematico è in tutta prossimità dei punti 1-C (ove c'era un frammento osseo del cranio del Tonello) cui fa seguito una strisciata di sangue che si attenua un po' prima della posizione B (sede di altro frammento osseo cranico), quasi che ci sia stato un temporaneo stop nel sanguinamento del cadavere oppure sia stata eseguita una parziale pulizia dell'avvenuto sanguinamento per giramento del cadavere (dalla posizione con gambe in avanti a quella con gambe indietro in preparazione della sommersione del cadavere): si spiegherebbe in questo modo anche il sangue sulla regione del bacino-natica destra dei pantaloni del Tonello). Dopo il punto B la stria di sanguinamento riprende e si accompagna al punto A con la perdita di altro frammento osseo del cranio. La stria di sangue infine riprende per cessare la dove il cadavere è stato parzialmente sommerso.
Facendo riferimento al volto e ai vestiti del Tonello si deve ammettere che non c'è stato un trascinamento che abbia lasciato tracce del terreno sia al volto (parte scoperta del cadavere) sia sui vestiti (giubbotto e pantaloni). Parimenti tracce sicure di trascinamento non sono state repertate né alla nuca (vedi anche l'accluso ingrandimento del cadavere in posizione prona dopo la sua rimozione dalla posizione iniziale) né sul dorso del giubbetto e nemmeno vere tracce da trascinamento sono state repertate sui Jeans. Allora si può ipotizzare che il cadavere del Tonello sia stato trasportato da due persone che hanno iniziato l'operazione di trasporto al punto 1 e c, si siano fermate (un po' di riposo?) poco prima del punto B, ove il cadavere si è sporcato di terra alla regione del bacino e natiche specie a destra e dove nel momento del rivolgimento prima della ripresa del trascinamento, ha parzialmente "pulito" la zona del sangue riversato. Si spiegherebbero in tal modo sia quanto è nel reperto fotografico sia il reperto apprezzato sui pantaloni del defunto ove non si esclude la presenza di tracce ematiche sulla parte alta relativa all'arto di destra (anzi lo fanno sospettare le foto eseguite dal sottoscritto sui vestiti del Tonello).
Con queste osservazioni (relative alla struttura fisica del Mandalà, del Tonello e della Bertelli, relative alle affermazioni del Mandalà rapportate ai rilievi obiettivi) si vuole avanzare la ipotesi che a trasportare il cadavere dal punto 1-C (luogo ove è stato consumato l'omicidio) fino al fiume Sile è stata più di una persona; verosimilmente sono stati in due a trasportare il cadavere del Tonello dal punto del suo omicidio fino alla parziale sommersione in acqua nel fiume Sile.
Resta infine da interpretare la impronta della scarpa repertata accanto al cadavere del Tonello. Questa data la sua direzione (foto 39 che non risalta bene nell'ingrandimento eseguito) traverso-obliqua potrebbe essere stata lasciata dal Mandalà quando questi è tornato sul posto per cercare il portafogli, oppure quando lo stesso Mandalà ha prodotto il maggior sforzo nel provvedere alla sommersione parziale del cadavere. In questo caso la posizione alla destra del cadavere richiederebbe la presenza di una altra persona in grado di aiutare dal lato opposto l'operazione di sommersione del cadavere.
La stessa impronta potrebbe non essere attribuibile alle scarpe del Mandalà ma a quelle del Bertazzoni, ed, in questo caso si dovrebbe supporre il coinvolgimento di questo ultimo almeno nel trasporto del cadavere dalla stradina fin nell'acqua del Sile.
Infine la stessa impronta potrebbe non appartenere né alle scarpe del Mandalà né a quelle del Bertazzoni, restando quindi priva di qualsiasi significato.
In definitiva anche se la versione fornita dal Mandalà circa il trasporto del cadavere del Tonello dal luogo dell'omicidio fin dentro le acque del Sile non è escludibile, tuttavia appare non sufficientemente convincente e comunque non in grado di spiegare a sufficienza tutti i reperti oggettivi del sopralluogo e dell'esame dei vestiti indossati dalla vittima.
La ricostruzione appena ipotizzata del trasporto del cadavere, tiene conto di tutte le circostanze e valuta assieme sia i reperti del sopraluogo, sia i reperti sui vestiti della vittima, sia il fatto che la Bertelli è sicuramente venuta a contatto (collana e jeans) col sangue del Tonello.


Con osservanza della S.V. Ill.ma

Prof. Rosario Chirillo.
   firma


RILIEVI FOTOGRAFICI (utilizzati nel corso della consulenza)
Accanto ai rilievi già in atti (autopsia e fascicoli relativi alle indagini della Polizia Scientifica della Questura di Treviso - planimetrie - perizia tecnica e dattiloscopica)

SI ALLEGANO:
A) Ingrandimento della lunga strisciata di sangue lungo il percorso di trasporto del cadavere del Tonello con evidenziazione anche dei frammenti cranici persi durante il trasporto.
B) Visione del cadavere appena tratto fuori dal Sile per la evidenziazione delle tracce lasciate sul lato posteriore del capo, dorso con giubbotto e jeans
C) Particolare della posizione finale del cadavere con la impronta della scarpa destra.

RILIEVI FOTOGRAFICI sui VESTITI appartenuti al TONELLO e Custoditi nella Questura di Treviso

1-3) le tracce delle ferite da arma dotata di punta e taglio lasciate sul giubbotto di Tonello Luca
3-4) tracce delle ferite da punta e taglio sulla camicia indossata dal Tonello
5-6) tracce  delle ferite lasciate sulla maglietta intima
7-8 i pantaloni visti dal davanti: a parte la muffa bianca non si apprezzano tracce ematiche o di trascinamento
9-10-11) pantaloni visti da dietro: tracce sospette ematiche alla base di destra e partealta della gamba destra
12-13) particolare delle precedenti
(le foto sono state eseguite il 31 luglio 2001 nella locale Questura ove sono in deposito i vestiti del Tonello repertati nel corso del mandato concessomi per il reperimento del maggior numero possibile di elementi oggettivi da comparare con le versioni del fatto fornite da Mandalà Alessandro e Bertelli Rossana)

prof. Rosario Chirillo
        firma