Indice ed inizio argomento "ricordo di Luca Tonello"
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RELAZIONE DI CONSULENZA MEDICO-LEGALE DEL PROF. ROSARIO CHIRILLO |
EDIZIONE COMPLETA
PROCURA della REPUBBLICA - TRIBUNALE
TREVISO
N° 7994/00- P.M. Dottoressa Luisa Napolitano
Procedimento a carico di Mandalà Alessandro + 2
RELAZIONE di CONSULENZA MEDICO-LEGALE
(Supplemento alla consulenza necroscopica.)
P.M.: dottoressa LUISA NAPOLITANO
C.T. medico-legale: prof. R. CHIRILLO
PROCURA della REPUBBLICA - TRIBUNALE
TREVISO
N° 7994/00- P.M. Dottoressa Luisa Napolitano
Procedimento a carico di Mandalà Alessandro + 2
Ill.mo Signor Sostituto Procuratore
Dottoressa Luisa Napolitano
Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Treviso
Il giorno 24 luglio 2001, a seguito ad
incarico già affidatomi per l'accertamento della causa di morte di Tonello Luca
con i relativi problemi ad essa connessi, mi è stato chiesto di completare
l'indagine medico-legale sulla base del seguente quesito: "Letti gli
atti processuali, visionati, se necessario, i luoghi ed acquisite le
caratteristiche somatiche degli indagati (con autorizzazione sin d'ora a
richiedere presso Enti Pubblici, comprese le Case Circondariali di Treviso e
Belluno, qualsiasi documentazione che a tale fine apparisse utile) dica il
consulente se la ricostruzione del delitto riferita dagli indagati MANDALA' e
BERTELLI sia o meno compatibile con i dati obiettivi emersi nel corso delle
indagini ed in particolare nel corso dell'autopsia di TONELLO LUCA.
Vorrà il consulente, se del caso, fornire indicazioni riguardo a possibili
diverse ricostruzioni della dinamica del delitto.
Sentito il responsabile del servizio medico della Casa Circondariale di Treviso,
effettui il consulente anche ogni accertamento utile a chiarire le
caratteristiche della ferita riscontrata in data 20.11.2000 a BERTAZZONI GABRIO.
Vorrà il consulente riferire comunque ogni circostanza utile ai fini delle
indagini.
1) I DATI OBIETTIVI emersi nel corso delle INDAGINI
1-A I DATI OBIETTIVI del SOPRALUOGO
** La planimetria relativa ai vari reperti (tracce
biologiche ed oggetti) allestita dalla Polizia Scientifica della Questura di
Treviso indica chiaramente che tutti i fatti che hanno caratterizzato il delitto
di cui si tratta si sono svolti, grosso modo, in uno spazio di circa 8 metri
delimitato da una parte dal muretto di recinzione e dall'altro dalla posizione
in cui è stato trovato il cadavere di Tonello Luca, semisommerso nelle acque
del Sile.
Questo spazio - in virtù dei reperti rinvenuti - può teoricamente essere
diviso un due parti:
la prima che va, grosso modo, dal muro di recinzione fino al bordo
opposto della stradina ove è situata la prima grossa traccia ematica cui fa
seguito una lunga stria di sangue:
Sulla planimetria, il tratto, appena indicato è compreso tra i numeri 5-6-7-8 e
la lettera C
la seconda parte, che è interamente o quasi su terreno erboso, è
delimitata dalla presenza della prima grossa traccia ematica (lettera C) fino
alla posizione in cui è stato rinvenuto il cadavere del Tonello (sulla
planimetria in sequenza: C-B-A-cadavere).
Grosso modo le due frazioni in cui teoricamente si può dividere il terreno sul
quale è avvenuto il fatto delittuoso sono di eguale o quasi eguale dimensione.
Nella prima parte del terreno appena descritto sono stati rinvenuti oggetti sicuramente
appartenuti alla vittima (occhiali - portachiavi con telecomando) oggetti forse
appartenuti alla vittima (accendino), nonché tracce ematiche di molto lieve
entità (tre foglie sporche di sangue e due tracce ematiche sul ghiaino della
stradina).
Nella seconda parte sono stati repertati a distanza di 1 metro tra di loro (tra
C e B) e di 1,5 metri tra il secondo ed il terzo reperto (tra B e A) tre
frammenti ossei provenienti chiaramente dalla scatola cranica del povero Tonello
Luca (vedi i riscontri della autopsia che hanno documentato la polifratturazione
della scatola cranica ed in particolare della volta cranica alla regione
frontale e parietale con perdita di frammenti ossei).
*** I rilievi del sopralluogo hanno altresì dimostrato chiaramente (vedi foto
20-25-37) una chiazza di sangue importante al punto di passaggio
tra la ghiaia della strada e l'inizio del ciglio erboso; una strettissima
continuità tra questa chiazza e una striscia ematica in senso orizzontale
(traversale all'asse maggiore della strada) estesa lungo il ciglio erboso fino,
grosso modo, all'inizio della scarpata che porta direttamente nel Sile.
*** Il cadavere di Tonello Luca è stato sicuramente repertato in posizione
prona e con la testa in acqua mentre tutto il restante corpo non risultava a
contatto con l'acqua del fiume.
*** Infine va anche tenuto presente valorizzato il reperto di una impronta
di scarpa (non è stato accertato se si trattava di uno scarpone appartenuto a
Mandalà Alessandro o a Bertazzoni Gabrio) situata alla destra del cadavere
(visto guardando il fiume Sile) quasi all'altezza del ginocchio destro dello
stesso.
**** Ovviamente sono rilievi obiettivi sia la mazzetta da muratore rinvenuta nel
fondale del fiume, sia il coltello da scout acquisito durante le indagini è
risultato appartenere al Mandalà.
1-B I DATI OBIETTIVI della PERIZIA TECNICA e DATTILOSCOPICA
Hanno accertato - attraverso le apposite indagini - che:
>>> Due perle in legno di un braccialetto appartenuto a Bertelli
Rossana erano sporchi di sangue corrispondente per struttura molecolare a quello
della vittime Tonello Luca.
>>> Sui pantaloni tipo jeans sequestrati a Bertelli Rossana, a livello
delle tasche posteriori, e della gamba sinistra sono state rinvenute tracce
biologiche (più macchie) la cui struttura molecolare (per una sola traccia
utile all'esame) era simile a quella che costituisce patrimonio genetico in
buona parte del defunto Tonello Luca ed in minor parte del Bertazzoni Gabrio.
>>> Tracce di sangue appartenente sicuramente a Tonello Luca sono state
repertate su un magione sequestrato nell'abitazione di Mandalà Alessandro.
Altre tracce biologiche (non utili per analisi) sono state repertate sui
pantaloni (zona della tasca destra, gamba sinistra sotto il ginocchio, gamba
destra sopra il ginocchio) e sulla camicia (zona del ventre).
>>> Tracce di sangue appartenente a BERTAZZONI GABRIO sono state
individuate per una estensione di circa 1 cm - 1,5 cm, sulla gamba sinistra di
un paio di pantaloni al terzo superiore della gamba approssimativamente,
appartenuti e sequestrati nella abitazione dello stesso Bertazzoni (pagg.
13-14-15 della trascrizione della deposizione dei periti).
*** Sui pantaloni tipo jeans appartenuti a Mandalà A. sono state riscontrate,
alla prova col luminolo, tracce di materiale biologico a livello della tasca
destra, gamba sinistra e tasca destra (rispettivamente sotto il ginocchio per la
gamba sinistra e sopra il ginocchio per la gamba destra) che purtroppo non hanno
dato esito per la loro natura di tracce latenti alla identificazione di
appartenenza.
** Sul maglione appartenuto al Mandalà, sulla zona corrispondente al ventre
sono state rinvenute tracce di sangue appartenute sicuramente alla vittima
Tonello Luca.
*** Della impronta della scarpa rinvenuta alla destra del cadavere del Tonello
non è stata individuata l'appartenenza, cioè non è stato stabilito se la
stessa fosse riferibile alle scarpe del Tonello o del Bertazzoni, anche perché
le suole delle scarpe, in sequestro presso l'abitazione dei due, hanno struttura
sostanzialmente analoga.
1-C I DATI OBIETTIVI della NECROSCOPIA ed AUTOPSIA su TONELLO LUCA
Hanno evidenziato:
*** una ampia, estesa lesione della regione frontale alta (o fronto-parietale)
del capo caratterizzata da uno squarcio fronto-parietale (esteso da polo a polo
per una lunghezza di circa 11 cm) del cuoio capelluto. Lo squarcio si continuava
anteriormente con altre due lacerazioni (di 3 cm a destra e di 1 cm a sinistra)
e posteriormente si continuava con altre tre lacerazioni o ferite lacero contuse
di cm 3-4-2.: interprete assieme all'ampio squarcio come ferite da
"scoppio" legate quindi alla esplosione del tavolato osseo con
lacerazioni causate dallo scoppio medesimo. Lo squarcio del cuoio capelluto
lasciava aperta una breccia lunga orizzontalmente cm 11 e verticalmente massima
di 4.5 cm.. Si notava frantumazione del tavolato cranico, mancanza di parti
ossee, messa a nudo con perdita parziale della sostanza cerebrale del lobi
frontali o comunque della regione anteriore del cervello.
Non sono state repertate raccolte ematiche nei cavi pleurici, né pneumotorace,
né importanti emorragie perirenali a destra.
^^^ A conclusione della indagine autopsica si è sottolineato:
a) il Tonello sicuramente non è morto in acqua e quindi per annegamento
b) il Tonello è deceduto per le gravissimi lesioni cranio-cerebrali
c) il Tonello era soggetto sano e si presume capace di reagire ad una
aggressione
d) il Tonello non presentava alcuna lesione da riferire a difesa attiva o
passiva
e) L'ordine cronologico delle lesioni è stato ritenuto essere: prime le lesioni
al capo, successive (in fase agonica o su soggetto quasi morto o morto) le
lesioni al torace.
f) Le lesioni repertate sul cadavere di Tonello Luca sono state ritenute
compatibili con la mazzetta da muratore del peso di gr. 1200 (al capo) e con il
coltello da caccia (alla parete posteriore destra del torace).
Si fa presente che il Tonello era soggetto di corporatura media: altezza
sui 172-175 centimetri, peso di circa una settantina di chili.
==> LE CARATTERISTICHE ANTROPOMETRICHE di MANDALA' ALESSANDRO
Dai dati riportati dal cartellino segnaletico il Mandalà
risulta soggetto di altezza pari a centimetri 171, di corporatura media con
modeste masse muscolari. La costituzione del soggetto è da ritenersi
complessivamente media, sicuramente non è definibile robusta né tanto meno
gracile.
Dalla documentazione clinica presa in esame nella Casa Circondariale di Treviso
risultano alla prima visita medica - all'atto dell'accoglimento del Mandalà
nella stessa Casa - i seguenti dati antropometrici: ALTEZZA cm 174 PESO Kg 61.
Per quanto concerne gli altri elementi obiettivabili sul signor Mandalà si
rimanda al capitolo apposito più avanti.
==> I RILIEVI sui VESTITI della vittima TONELLO LUCA
Il Tonello che indossava giubbotto, camicia grigio scura,
pantaloni con cintura in cuoio marrone, maglietta, pantaloni tipo jeans, scarpe
di cuoio color marrone come appare dalle foto eseguite al momento
del rinvenimento del cadavere e sul luogo dello stesso presentano:
** anteriormente
** assenza di significative ed importanti degradazioni o segni di
trascinamento su terreno fangoso a carico del giubbotto (foro 5)
** a carico dei pantaloni non è possibile alcuna valutazione dato che l'unica
foto a disposizione (foto 6) mostra i pantaloni abbassati e quindi non
esplorabili.
** a carico delle scarpe assenza di segni da trascinamento, salvo presenza di
fango sulla metà destra della scarpa sinistra (foto 2)
** posteriormente
** il giubbotto presenta superficie sporca di terra, presenza di quattro
lacerazioni (quattro delle coltellate), due chiazze di fangosità
rispettivamente alla spalla destra all'attaccatura della manica e a sinistra in
sede sottoscapolare. Non sono evidenti significative e sicure tracce di
trascinamento (foto 4).
Una altra chiazza di fangosità si rileva sulla parte posteriore destra del
giubbetto (in continuità con analogo reperto sui pantaloni) e sulla parte
distale della manica destra (foto 3) e relativo ingrandimento allegato alla
presente relazione).
** a carico dei pantaloni si apprezza una area molto limitata di fangosità a
livello del polpaccio sinistro, area di fangosità estesa a quasi tutta la
superficie posteriore della gamba destra della regione dell'orlo inferiore della
gamba fin appena sopra la piega del ginocchio (foto 3 e relativo ingrandimento).
Si tratta di tracce di fango non molto spesse ed apparentemente prive di segni
di strisciamento e non esiste in senso latero-mediale.
A livello della natica di destra (zona della tasca e zona soprastante
comprendente anche la cintura ed in parte la camicia) si apprezza la più estesa
e vistosa traccia di fango depositata sul tessuto dei pantaloni (vedi foto 3 e
relativo ingrandimento allegato alla presente relazione).
I vestiti del defunto Tonello Luca sono stati, a suo tempo, repertati e
custoditi dalla Polizia nella locale Questura. La visione diretta dei suddetti
vestiti, grosso modo, conferma, quanto già repertato fotograficamente. Si
tenga presente (come emerge dalle foto allegate con relative spiegazioni) che la
conservazione in sacco chiuso dei vestiti, a suo tempo, bagnati ha dato luogo a
sviluppo di muffe che in parte hanno coperto ed alterato i reperti originari.
Le foto indicano:
1-2) le tracce delle ferite da arma dotata di punta e taglio lasciate sul
giubbotto di Tonello Luca
3-4) tracce delle ferite da punta e taglio sulla camicia indossata dal Tonello
5-6) tracce delle ferite lasciate sulla maglietta intima
7-8) i pantaloni visti dal davanti: a parte la muffa bianca non si apprezzano
tracce ematiche o di trascinamento
9-10-11) pantaloni visti da dietro: tracce sospette ematiche alla base di destra
e parte alta della gamba destra
12-13) particolare delle precedenti
=> I DATI OBIETTIVI e LE CARATTERISTICHE della Ferita riportata alla mano destra da MANDALA' ALESSANDRO:
Facendo riferimento alla certificazione ospedaliera relativa
alla ferita riportata dal Mandalà si apprende dalla descrizione in atti
(P.S. dell'Ospedale di Treviso) essersi trattato di Ferita da taglio situata
alla piega interdigitale tra 1° e 2° dito della mano destra, priva di
lesività profonda senza interessamento di nervi sensitivi e motori, che è
stata sottoposta a satura
Il colloquio avuto col sanitario della Casa Circondariale e la visione
diretta della cicatrice ci consente di confermare quanto è in documentazione.
Alla visita effettuata il giorno 31 luglio in Casa Circondariale risulta
che il signor MANDALA' ALESSANDRO (nato a Treviso il 26.08.1974) appare come
soggetto strutturalmente longilineo con masse muscolari adeguate alla
costituzione, non definibile sicuramente soggetto robusto.
A carico della mano destra, nella piega interdigitale tra pollice ed
indice, sulla parte dorsale della piega a circa mezzo centimetro esternamente
alla prima falange del pollice si apprezza una cicatrice lineare biancastra
assolutamente regolare a decorso traverso lunga circa 0.8 cm.
La documentazione medica relativa alla suddetta ferita (nel diario clinico del
Mandalà) riporta integralmente quanto già descritto in apposito verbale dal
Pronto Soccorso dell'Ospedale di Treviso.
All'atto dell'ingresso del Mandalà in Casa Circondariale si documentava a suo
carico altezza di cm 174 e peso di Kg 61.00.
Alla visita da me effettuata in data 31 luglio 2001 i dati delle relative
misurazioni sono:
ALTEZZA cm. 174 PESO Kg. 66.50
Alla visita effettuata il giorno 31 luglio in Casa circondariale risulta
pertanto che il signor MANDALA' ALESSANDRO (nato a Treviso il 26.08.1974) appare
come soggetto strutturalmente longilineo con masse muscolari adeguate alla
costituzione, non definibile sicuramente soggetto robusto.
=> Dal VERBALE d'interrogatorio del signor MANDALA' ALESSANDRO (21.12.2000) presso la Casa Circondariale di Treviso
(pag 4 da rigo 26 in avanti) ...... " Restando fermi nel
posto in cui era il Tonello ci accendavamo una sigaretta ... Restammo fermi in
quel posto per circa un quarto d'ora tutti e tre parlando del più e del meno.
Il Tonello non fu meravigliato di vedermi li. Successivamente io decisi di dire
al Tonello e alla Rossana che me ne sarei andato perché secondo me il fornitore
di droga non sarebbe più arrivato. Tonello e la Bertelli dissero invece che si
sarebbero trattenuti. Io feci finta di andarmene ma in realtà mi nascosi senza
farmi vedere vicino alla mia auto e approfittai di un momento che i due erano di
spalle per colpire alla nuca il Tonello con la mazzetta. Preciso che il
Tonello e la Bertelli erano andati avanti di altri 15-20 metri rispetto al punto
in cui eravamo stati fermi tutti e tre. Quando colpii alla nuca il Tonello questi
anziché perdere i sensi (forse io per paura non diedi un colpo
sufficientemente forte) si voltò verso di me urlando ed
aggredendomi nel senso che mi prese per il petto. I cani cominciarono ad
abbaiare: A quel punto io non capii più nulla e utilizzai la mazzetta
contro il Tonello colpendolo alla nuca e a quel punto il Tonello finì a terra
senza tuttavia perdere i sensi. A quel punto vidi la Rossana andare verso
l'auto, io colpii di nuovo il Tonello alla nuca; il Tonello continuava a
parlarmi con una voce trasformata non si esprimeva con parole comprensibili. Io
fui preso dalla paura e d'istinto continuai a colpire. In tutto colpii quattro
volte sempre alla testa forse anche alla tempia sinistra. Al quarto colpo sentii
del sangue del Tonello arrivarmi sul viso (lui era a terra ed io in ginocchio).
A questo punto mi venne istintivo gettare via la mazzetta. Il Tonello continuava
a rantolare e questo mi spaventò ancora di più e presi il coltello e lo colpii
alla schiena perché era prono. Al primo colpo mi sono tagliato alla mano e
poiché la mano mi faceva molto male non ebbi neanche tanta forza nel colpire. A
quel punto scappai lasciando il corpo tra la strada e l'argine col coltello
in mano .......
Tornammo con la Rossana indietro; il corpo (Tonello) era tra la strada ed
il ciglio, presi il Tonello per le gambe e lo trascinai verso l'acqua e cercai
il portafogli, poi trovato accanto al cadavere, quando questo era
già vicino all'acqua ........
Dal VERBALE d'interrogatorio del signor
MANDALA' ALESSANDRO
presso la Casa Circondariale di Treviso (16.07.2001)
Al penultimo capoverso della seconda pagina dell'interrogatorio
si legge:
A.D.R. il secondo colpo lo sferrai con la mazzetta che tenevo nella
mano destra colpendo il TONELLO sulla sua fronte a sinistra e fu con questo
colpo che il Tonello cadde. Il Tonello non si rialzò e gli diedi altri due
colpi, uno dietro l'altro credo, mentre era a terra pancia in giù.
Confermo che al quarto colpo sentii del sangue del Tonello sul viso (nota
del sottoscritto C.T.: non deve essere stato grande quantità se è vero che si
è pulito con la saliva)
Ribadisco che mi ferii al momento della prima coltellata che diedi stando in
ginocchio o accucciato di fianco al Tonello. Passò qualche secondo e poi diedi
tutte le altre coltellate stando sempre nella posizione in cui ero ed usando la
mano ferita
Al penultimo capoverso della terza pagina si legge:
A.D.R. quando andai a cercare il portafogli come mi aveva chiesto la
Bertelli quest'ultima ebbe modo di vedere il corpo del Tonello e nell'occasione
mi chiese più volte se era morto.
Dal VERBALE della RICOGNIZIONE sul luogo dell'omicidio di Tonello Luca
> IL MANDALA':
Circa la posizione del cadavere del Tonello, il Mandalà modifica in
parte la sua deposizione iniziale: prima di essere portato al fiume indica che
lo stesso era o sulla ghiaia della strada o quanto meno a cavallo tra strada e
ciglio erboso (pag 19), rettificando poi di avere spostato il cadavere verso
l'erba per paura che il cadavere venisse investito da qualche auto (????).
Circa le modalità con le quali il cadavere è stato poi portato sul greto del
fiume il Mandalà afferma (pag 27) di averlo preso per le gambe e trascinato
giù ... non ricorda fin dove.
Dichiara di avere trascinato il cadavere pancia in giù dato che il Tonello
era sempre prono, l'ha tirato per i piedi ed è arrivato fino all'acqua scivolando
dentro l'acqua (pag. 27).
Il Mandalà dichiara di non essere andato verso il fiume con spalle o fronte
rivolta verso il Sile dichiara di essere andato giù di sbieco lasciando il
corpo tra la terra e l'acqua con la pancia in giù la testa verso la casa ed
i piedi verso il fiume (pag 29).
La valutazione medico-legale sulla compatibilità tra dati obiettivi e versioni fornite dal Mandalà in merito alla dinamica dei fatti
Bisogna notare che le dichiarazioni rese dal
Mandalà non sono sempre, per la stessa circostanza, coincidenti.
Comunque prendendo il tutto nel suo insieme risulterebbe che
il Mandalà si è allontanato, di circa 15-20 metri, dal Tonello e dalla
Bertelli che erano insieme, per nascondersi. Poi, d'improvviso, stando nascosto,
si è riavvicinato ed ha assalito il Tonello senza farsi sentire o comunque
farsi avvertire (è da pensare che camminasse sul ciglio erboso e non sulla
ghiaia perché in questo caso, calzando, come si sa, degli scarponi avrebbe
sicuramente prodotto del rumore avvertibile dal Tonello). Dichiara il Mandalà
di avere colpito il Tonello una prima volta alla nuca, dichiara che questi non
ha perso conoscenza, dichiara che il Tonello avrebbe reagito appoggiandogli le
mani sul petto, dichiara di avere quindi colpito ancora il Tonello (dapprima
sostiene la tesi di averlo sempre colpito alla nuca - nell'ultimo interrogatorio
ammette di aver colpito il Tonello alla regione frontale sinistra = evento
più verosimile se è vero che il Tonello si è voltato ed ha reagito
appoggiando le mani sul petto del Mandalà). A seguito di questo colpo il
Tonello sarebbe caduto e quindi il Mandalà avrebbe ancora colpito alla nuca il
povero Tonello mentre era pancia in giù. Successivamente avrebbe inferto le
coltellate stando per terra, non ricorda se inginocchiato o accucciato. Infine
dichiara di avere spostato il cadavere verso il ciglio erboso per evitare un
possibile investimento, ed infine dichiara di avere trasportato il cadavere
verso il fiume, afferrandolo dai piedi, camminando di sbieco e di avere lasciato
il cadavere con i piedi verso l'acqua del Sile e la testa rivolta verso la casa.
La versione dei fatti fornita dal Mandalà in parte appare compatibile con i
dati oggettivi in parte non trova spiegazione negli stessi.
Innanzitutto "il fatto" deve essere iniziato (vedi planimetria) dalla
parte opposta del Sile e quindi nel ciglio erboso, molto vicino al muretto di
recinzione per cui appare poco verosimile che il Mandalà si sia allontanato
e poi tornato indietro per aggredire il Tonello senza provocare alcun rumore dei
passi (calzava scarponi) sulla ghiaia. Comunque quanto è stato repertato in
prossimità del muro di recinzione non trova alcuna spiegazione nelle
dichiarazioni del Mandalà.
Il luogo in cui si è consumata la morte del Tonello è sicuramente sulla
stradina in prossimità del ciglio erboso; sicuramente sulla strada e non
sull'erba - In questo senso collimano i reperti fotografici dei luoghi
eseguiti dalla Polizia Scientifica ed in questo senso, indirettamente, depone la
affermazione del Mandalà circa l'opportunità di spostare il cadavere sull'erba
al fine di evitare un eventuale investimento.
Risulta verosimile e compatibile con i dati obiettivi della autopsia che
il Mandalà abbia colpito l Tonello con la mazza da muratore la prima volta alla
nuca. Risulta verosimile ed attendibile che il Tonello, a seguito del primo
colpo non abbia perso conoscenza. Risulta verosimile che il Tonello si sia
rivolto al Mandalà con espressioni verbali o anche con una spinta al petto (e
quindi si è posizionato frontalmente al suo aggressore).
Non è assolutamente compatibile con le lesioni riscontrate che il Tonello
sia stato colpito sempre alla regione posteriore del capo (come ha sostenuto il
Mandalà nella prima versione dei fatti, che parzialmente ha corretto nella
seconda versione.
Il Tonello (e lo dice lo stesso Mandalà) è stato dapprima colpito alla nuca;
si desume ed appare logico che lo stesso si sia girato col viso rivolto al suo
aggressore. Ora se questi ha colpito di nuovo, sicuramente ha colpito la sua
vittima anteriormente e quindi alla regione frontale Ed ha colpito con molta
forza tale da provocare lo scoppio della scatola cranica. A seguito di questo
colpo (che è risultato il colpo mortale) si desume che il Tonello sia caduto a
terra in posizione supina e non prona (anche se non si può escludere in maniera
assoluta che a seguito del violento colpo sia caduto faccia in giù per una
sorta di sbilanciamento o semiavvitamento su se stesso).
Ora se il Tonello è caduto - come si ritiene verosimile - in posizione supina,
sicuramente è stato girato dal Mandalà in posizione prona. Questo è stato
sicuramente fatto, come attesta l'insieme delle ferite sul dorso del povero
Tonello.
Non si può escludere che, sul Tonello in posizione prona, il Mandalà abbia
dato qualche altro colpo di mazzetta alla regione occipitale del Tonello, così
come dichiara il Mandalà medesimo (in effetti un eventuale ulteriore colpo su
un cranio scoppiato e polifratturato risulta di difficile individuazione in
quanto le lesioni per la loro entità, numerosità ed estensione a tutta la
scatola cranica non consentono di individuare i diversi punti di urto).
E' verosimile che il Mandalà a questo punti abbia gettato lontano o vicino la
mazza (l'arma con cui è stato ucciso il Tonello) ed abbia preso il coltello
infierendo sul corpo ormai privo di qualsiasi capacità reattiva (e forse anche
privo di vitalità o anche di vita) colpendo su una zona del corpo del Tonello
molto limitata, come è stato detto e fotografato.
Avvertendo che il povero Tonello emetteva qualche rantolo è da ritenere
verosimile che l'aggressore abbia "voluto assicurarsi di togliere alla
vittima qualsiasi possibilità di vita", colpendolo ripetutamente col
coltello sulla regione polmonare destra posteriore.
E' da ritenersi verosimile che il Mandalà si sia ferito alla mano destra nel
corso di questa ultima parte del delitto e che quindi sia stato costretto ad una
pausa nel completare la azione violenta avverso il Tonello.
Il Mandalà sostiene di avere avvertito male e di avere quindi inferto dei colpi
sicuramente poco violenti.
A parte il colpo che ha interessato lo scheletro vertebrale gli altri risultano
abbastanza o molto profondi; tuttavia è da tener presente che il Tonello non
era in grado di reagire (e sicuramente non ha reagito; era sicuramente immobile)
per cui anche con una mano ferita era possibile colpire la vittima più volte e
con una certa forza di penetrazione.
Si rimanda alla fine della relazione di consulenza medico-legale
circa la direzione delle coltellate.
In ogni caso resta accertato che il Tonello non ha reagito né
attivamente, né passivamente avverso al suo o suoi aggressori; resta parimenti
accertato che il Tonello è deceduto per scoppio della scatola cranica causato
dall'imponente traumatismo portatogli in regione frontale con la mazzetta da
muratore; resta accertato infine che le sei coltellate inflitte al dorso non
hanno avuto importanza nel determinismo della morte.
X X X
Circa poi il trasporto del cadavere dal bordo della strada
(quello confinante col ciglio erboso) fino al fiume Sile, il Mandalà sostiene
di avere trasportato il cadavere tenendolo per i piedi, mentre il cadavere era
sempre in posizione prona, e camminando di sbieco. Tale versione risulta
possibile in quanto spiegherebbe la "perdita per strada" di ben tre
frammenti ossei della scatola cranica del Tonello, (punti C-B-A della
planimetria e relative fotografie), spiegherebbe la strisciata ematica dal punto
C (sede dell'omicidio) fino a punto A (riva del Sile) per perdita di sangue
dalla scatola cranica - cervello e cuoio capelluto.
> Contrastano con questa versione la assenza di possibili tracce al volto
causate durante il trasporto del cadavere e parimenti la assenza di tracce di
trascinamento sulla regione anteriore del giubbetto che indossava il Tonello.
Bisogna tuttavia tenere in conto che il volto del cadavere che eventualmente era
strisciato sull'erba successivamente è stato immerso in acqua così come la
maggior parte della superficie del giubbetto (vedi foto 1 del fascicolo della
Polizia Scientifica) per cui l'affermazione appena fatta circa le tracce al
volto e giubbetto non va assunta in forma assoluta. Infatti eventuali tracce di
trascinamento erano sicuramente fresche, e, a contatto con l'acqua corrente,
erano passibili di lavaggio e quindi di detersione.
Infine non è assolutamente corrispondente ai dati oggettivi il fatto che il
Mandalà (come afferma) abbia immesso il corpo del Tonello con i piedi nel Sile
e la testa sul ciglio erboso, in quanto, al ritrovamento, il cadavere risultava
immerso in acqua con la testa-collo e parte del petto.
Se accettiamo che il Mandalà ha trasportato il cadavere trascinando per i piedi
dobbiamo, per forza, ammettere che in tutta prossimità del Sile deve avere
"girato il cadavere" di 120° per poi immergerlo parzialmente in
acqua.
Da parte nostra, pur ritenendo che la versione fornita dal Mandalà possa
ritenersi accettabile, dobbiamo tuttavia sottolineare che il trasporto di un
cadavere di soggetto di normale corporatura è una operazione faticosa e che
richiede forza (il cadavere è veramente, come si usa dire, un peso morto). Il
tutto diviene ancor più faticosa se il trasporto-trascinamento avviene su
terreno irregolare o accidentato, è invece più agevole su un terreno liscio,
scorrevole.
Anche l'operazione di immersione del cadavere, seppur parziale, in acqua e,
sicuramente una operazione faticosa. Non si comprende poi (guardando la relativa
foto) come il Mandalà possa avere semisommerso il cadavere senza essere entrato
in acqua, a meno che non lo abbia spinto dai piedi; ma questa è una operazione
molto faticosa che deve lasciare tracce sulla parte anteriore dei vestiti in
particolare sui jeans che non sono stati immersi nell'acqua, mentre
significative tracce di fango sono state apprezzate sulla regione posteriore
destra (zona del bacino e natica) degli stessi pantaloni assieme alla camicia e
parte inferiore posteriore destra del giubbotto.
Infine risulta molto strano che nell'ultimissimo tratto del trascinamento
(là dove si impiega più tempo) non ci sia una benché minima traccia ematica.
Le tracce cessano di essere apprezzabili qualche tratto prima. (foto 1 - foto 20
e foto 21 del dossier fotografico della Polizia scientifica)
Tuttavia la assenza di tracce ematiche si può spiegare col fatto che in
prossimità del ciglio erboso il cadavere sia stato (come detto prima) girato e
trasportato verso l'acqua con la testa in avanti: in questo caso il corpo del
Tonello pur continuando a genere sangue dal capo ha, per così dire
"pulito", durante il trascinamento le tracce ematiche con il corpo ed
arti inferiori che passano sulle stesse tracce mentre il cadavere veniva immerso
in acqua in posizione prona e con la testa rivolta verso il fiume. In tal caso
tracce ematiche dello stesso sangue del Tonello avrebbero dovuto essere
repertate sulla faccia anteriore dei pantaloni, che scorrendo sul sangue emesso
dal cadavere, ne avrebbero determinato la asportazione e la relativa pulizia sul
terreno. Nessuna traccia ematica è stata repertata sulla faccia
anteriore dei pantaloni-jeans.
Da tutte queste considerazioni emerge chiaro che alcuni
elementi fondamentali dell'accaduto (colpo alla nuca - colpo alla fronte con la
mazza, possibile successivo colpo alla nuca, coltellate sul dorso, omicidio
consumato al confine tra strada ghiaiosa e ciglio erboso) raccontati dal
Mandalà sono compatibili e rispondenti ai dati obiettivi derivanti dal
sopralluogo e dalla indagine necroscopica.
Meno convincenti appaiono alcuni particolari come le varie
manovre necessarie per il trasporto del cadavere dal luogo dell'omicidio fino al
fiume Sile: necessità di girare il cadavere per trasportarlo tenendolo dai
piedi (un possibile trascinamento tenendo il cadavere per le ascelle o braccia
sarebbe stato estremamente difficoltoso o quasi impossibile); la posizione di
sbieco dichiarata nel trasposto del cadavere; il necessario rigiramento del
cadavere per immergerlo a testa in avanti, la evidente difficoltà
nell'esecuzione della manovra di immersione del cadavere a testa in acqua.
Infine è da escludere in maniera assoluta che il Tonello abbia reagito o comunque ingaggiato anche un accenno di colluttazione o abbia assunto posizione di difesa anche passiva nei confronti di chi lo aggrediva. La assenza di lesioni alle mani e polsi depongono per assenza di reazioni e di atteggiamenti di difesa, specie considerando che il Tonello è stato aggredito con una mazza ben pesante ed un coltello in grado di provocare lesioni.
Dalle dichiarazioni del Mandalà risulta per certo che la Bertelli ha visto il Tonello ormai cadavere, pare quando ancora era sul limite della strada.
In definitiva le versioni fornite dal Mandalà circa la dinamica dei fatti connessi all'omicidio di Tonello Luca e alla parziale sommersione del cadavere nel fiume Sile, contrassegnate da contraddizioni tra le varie versioni, non può ritenersi inattendibile. La attendibilità delle versioni fornite, tuttavia, risulta inficiata da diverse inesattezze ed incongruità che sono state, di volta in volta, messe in evidenza.
BERTELLI ROSSANA
Dal VERBALE d'interrogatorio della signorina BERTELLI ROSSANA (3 NOVEMBRE 2000)
La Bertelli davanti al GIP ha dichiarato di confermare quanto
già spontaneamente aveva dichiarato in precedenza e alla terza pagina del
verbale dichiara che il Tonello, dopo essere stato colpito alla nuca con la
mazza da parte del Mandalà è caduto a terra, si è quindi rialzato e ha
iniziato a difendersi colluttando e gridando.
Successivamente la Bertelli dichiara di essere scappata e pochi minuti dopo è
tornata sul posto ed ha trovato il Mandalà che stava tornando verso di lei;
chiese allora se avesse asportato il portafogli al Tonello per cui, a risposta
negativa, sono andati assieme verso il fiume.
Il Mandalà - a detta della Bertelli - aveva già portato il corpo del Tonello
verso il fiume per cui lei non ha visto il cadavere, non avendo il
coraggio di vederlo è rimasta - sempre a suo dire - sulla strada in attesa che
il Mandalà recuperasse il portafogli.
Dal VERBALE d'interrogatorio della signorina
BERTELLI ROSSANA
(14.12.2000) presso la Casa Circondariale di Treviso
Nel secondo foglio della deposizione la Bertelli asserisce
ancora di non avere visto il corpo privo di vita del Tonello quando è tornata
assieme al Mandalà sul luogo del delitto per recuperare il portafogli.
Asserisce ancora una volta che il portafogli datole dal Mandalà non era bagnato
e di avere notato subito dopo che lo stesso era insanguinato.
LA PERIZIA BIOLOGICA e DATTILOSCOPICA
hanno accertato che:
*** due perle di legno di un braccialetto appartenuto a Bertelli Rossana erano
sporchi di sangue corrispondente per struttura molecolare a quello della vittima
Tonello Luca.
*** sui pantaloni tipo Jeans sequestrati a Bertelli Rossana, a livello delle
tasche posteriori, e della gamba sinistra sono state rinvenute tracce biologiche
(più macchie) la cui struttura molecolare (per una sola traccia utile
all'esame) era simile a quella che costituisce patrimonio genetico in buona
parte del defunto Tonello Luca ed in minor parte del Bertazzoni Gabrio.
*** Sul manico del coltello sequestrato al Mandalà è stata repertata una unica
impronta risultata appartenente al pollice della Bertelli Rossana. La impronta
ha disposizione longitudinale parallela all'asse maggiore del coltello come per
una azione prensile diversa da quella normale di chi impugna un manico.
LE CARATTERISTICHE ANTROPOMETRICHE di BERTELLI ROSSANA.
Come risulta dal cartellino segnaletico visionato in Questura di Treviso si tratta di soggetto di altezza pari a cm 162, di corporatura piccola, con scarso pannicolo adiposo, di costituzione complessivamente debole, debole-medio.
CONSIDERAZIONI e VALUTAZIONI relative alla BERTELLI ROSSANA
Restando sempre nei limiti dell'incarico affidatomi ritengo di
dovere innanzitutto precisare che:
Esiste una importante contraddizione tra quanto affermato dal Mandalà (
...la Rossana vide il corpo del Tonello, forse quando era ancora sulla strada) e
quanto affermato dalla Bertelli (non ho visto il corpo del Tonello perché
non ne avevo il coraggio).
Sicuramente la Bertelli è venuta a contatto col sangue del Tonello come attesta
la presenza di due macchie su altrettante "perle in legno" del
braccialetto e la presenza di materiale biologico sempre riferibile al Tonello
sulla parte posteriore dei jeans.
La versione dei fatti fornita dalla Bertelli non è accettabile:
Quando Essa afferma che il Tonello si è impegnato in una colluttazione col
Mandalà. La indagine necroscopica ha escluso in maniera assoluta la esistenza
di lesioni da riferire a colluttazione e quindi a difesa attiva ed ha
addirittura escluso la incidenza di segni di difesa passiva.
La Bertelli dichiara di non avere visto il cadavere del Tonello (contrariamente
a quanto affermato dal Mandalà) per cui non si riesce a spiegare la presenza
del sangue (evidentemente erano macchie non viste e non sottoposte a rimozione)
su due perle in legno del braccialetto che attestano invece un contatto sicuro
col sangue del Tonello, (anche se la Bertelli introduce l'elemento del coltello
sporco di sangue) così come la presenza di tracce biologiche sulla parte
posteriore dei jeans di materiale appartenuto al Tonello, induce a ritenere che
ci sia stato un certo contatto quanto meno col sangue della vittima.
>>> In definitiva la versione dei fatti fornita dalla imputata Bertelli
Rossana presenta delle contraddizioni sia nei confronti dei dati obiettivi
(indagini biologiche) sia nei confronti della versione fornita dal Mandalà
circa il contatto (almeno visivo) avuto dalla Bertelli nei confronti del
cadavere del Tonello, sia rispetto alla presunta reazione del Tonello avversa
alla aggressione messa in essere dal Mandalà.
Sembra più rispondente alla realtà che la Bertelli, in
qualche modo, è venuta a contatto con il corpo o col sangue del Tonello
sporcandosi (di sangue: da cui le residue tracce biologiche su collana e
jeans).
Il momento in cui questo contatto è avvenuto risulta di difficile
individuazione.
Forse l'affermazione del Mandalà (la Rossana ha visto il coro del Tonello)
appare più veritiera ed, in un certo senso, induce ad ammettere un
possibile contatto tra la vittima e la Bertelli
Sicuramente poi è da escludere qualsiasi reazione (intesa come reazione fisica) del Tonello nei confronti del Mandalà.
In conclusione si può affermare che le versioni fornite dalla Bertelli circa la sua partecipazione all'omicidio di Tonello Luca non può ritenersi del tutto infondata, ma sicuramente presenta, sotto il profilo medico, delle lacune che le dichiarazioni rese dalla Bertelli sicuramente non colmano.
BERTAZZONI GABRIO
1 MARZO 2000
POICHE' PER GABRIO BERTAZZONI SONO STATE RIAPERTE LE INDAGINI, NON RITENGO POSSIBILE PUBBLICARE LE SUE DICHIARAZIONI.
COMUNQUE PROVVEDERO' A PUBBLICARLE NON APPENA SARA' POSSIBILE.
L'AUTORE
CONSIDERAZIONI ED IPOTESI dei FATTI nel rispetto dei DATI OBIETTIVI
Prendendo in esame i reperti descritti nel corso del sopralluogo
(si fa riferimento alla planimetria e ai dettagli fotografico allegati) si deve
supporre che Tonello Luca è stato oggetto di una aggressione (che si potrebbe
definire di entità molto modesta) in tutta prossimità del muretto di
recinzione, sol lato opposto del Sile.
Con questa ipotesi si riesce a spiegare l'insieme dei reperti segnati sulla
planimetria con i numeri 5-6-7-8, indicanti tracce minime di sostanza ematica e
soprattutto la presenza degli occhiali da vista appartenuti a Tonello Luca.
Si vuole cioè ipotizzare che proprio in quel punto il
Tonello sia stato aggredito dal Mandalà subendo un traumatismo lieve (che
potrebbe aver causato o l'ecchimosi labiale inferiore oppure la ferita in
regione sopracciliare sinistra). Diversamente non si riesce a spiegare la
perdita di tre minime gocce di sangue in una zona molto lontana dal punto ove è
stato trovato il cadavere e lontana anche dal punto ove si ritiene con molta
attendibilità sia stato consumato l'omicidio.
A seguito di questa aggressione è da ipotizzare che il Tonello (vistosi
affrontare dal Mandalà supportato dalla Bertelli) abbia tentato di allontanarsi
dai suoi aggressori, cioè abbia tentato si scappare.
Si spiegherebbero in questo modo sia la ulteriore presenza
di due piccole aree (3-2) di "imbrattamento ematico del ghiaino e di una
foglia, sia la caduta a terra per perdita del portachiavi con chiave e
telecomando dell'auto (punto 2) e dell'accendino (1).
Ma il povero Tonello non sarebbe riuscito a mettersi al riparo dal suo o
suoi aggressori ed è stato, a distanza di qualche metro dall'avvio
dell'aggressione, attinto alla nuca dal primo colpo di mazza che gli è stato
inferto dal suo aggressore (Mandalà).
A questo punto e in questo luogo (siamo nella zona indicata con il numero 1 e
la lettera C nella planimetria ove peraltro in fotografia corrisponde la massima
presenza di materiale ematico) viene iniziato e consumato il delitto. In
questo punto il Tonello sarebbe stato raggiunto e colpito alla nuca con la mazza
da muratore; quindi il Tonello si è girato rivolgendosi al Mandalà o comunque
al suo aggressore, senza reagire, forse perché non ne ha avuto la intenzione,
forse perché non ne ha avuto la forza, forse perché non ne ha avuto il tempo.
In successione immediata il Tonello è stato colpito, con estrema violenza, alla
regione frontale sempre ed ancora con la mazzetta da muratore. Il colpo ha
causato lo "scoppio del cranio per polifratturazione con la conseguente
fuoriuscita di materiale cerebrale.
E' da ritenere, a questo punto, che per la violenza del colpo ricevuto il povero
Tonello sia caduto riverso al suolo in posizione supina. In sequenza il Tonello,
ormai colpito a morte e quindi destinato al decesso nel giro di pochissimo
tempo, sarebbe stato rigirato (messo cioè in posizione prona) forse sarebbe
stato colpito ancora una volta alla nuca e quindi, mentre era a terra, fermo,
rantolante, è stato accoltellato per ben 6 volte alla regione posteriore del
torace.
Circa le lesioni da accoltellamento (fotografate dalla
Polizia alla foto 7 e dal sottoscritto nel corso dell'esame necroscopico) si
ricorda che:
alcune (tre hanno una disposizione orizzontale e altre tre hanno disposizione
verticale per cui - come già detto nella ultima parte della relazione
medico-legale - o il reperto non ha alcun significato rapportato alla realtà, o
può indurre a ritenere che l'aggressore ha cambiato dopo tre coltellate il modo
di impugnare l'arma, o che l'aggressore dopo tre coltellate ha cambiato
posizione rispetto al Tonello tenendo l'arma impugnata nella stessa maniera, o,
infine, che a pugnalare il Tonello siano state due diverse persone che si sono
scambiata l'arma.
Va ribadito che il delitto è stato consumato nel tratto posto al confine tra
strada con ghiaia e l'inizio del ciglio erboso che costeggia la strada medesima.
Va ricordato che la affermazione della Bertelli di non avere visto il Tonello
cadavere è in netto contrasto con quanto ha dichiarato il Mandalà.
Una volta ucciso il Tonello ed assunta la convinzione che la
morte era sicuramente sopravvenuta (accoltellamento al torace) si è voluto
"spostare il cadavere" non certo per il timore che potesse essere
investito (evento che avrebbe giovato all'autore del delitto) ma molto
verosimilmente per la volontà di occultarlo o meglio ancora per provvedere alla
sua sommersione nelle acque del Sile al fine di ritardare il più possibile il
rinvenimento del corpo. Ma il cadavere non è stato sommerso; è stato solo in
parte portato nell'interno del fiume forse nella speranza che la corrente
riuscisse a tirarlo completamente dentro il fiume o lo trasportasse a valle.
Circa il trasporto del cadavere si è detto a commento delle affermazioni del
Mandalà che: a) il trasporto del cadavere del Tonello non è stata una
operazione facile; b) la struttura fisica del Mandalà non impedisce allo stesso
il trasporto del cadavere trascinandolo per i piedi ma richiedendo un dispendio
di forza ed un impegno di parecchio tempo; c) non è vero che il cadavere sia
stato sommerso parzialmente con i piedi in acqua: è stato il contrario; d) il
posizionamento del cadavere nella posizione in cui è stato repertato ha
richiesto lo sforzo di tirare o spingere lo stesso in acqua con uno ovvio mezzo
bagno nel Sile nel primo caso (tirare il cadavere dentro il fiume) e con
enorme impegno fisico nel secondo caso (spingere il cadavere dai piedi dentro il
fiume).
I dati del sopraluogo ci dicono chiaramente che il cadavere è stato trasportato
per una distanza approssimativamente di 5 metri. Sicuramente durante il
trasporto il cadavere ha continuato a sanguinare. Sicuramente la posizione del
cadavere, durante il trasporto, è stata tale da consentire la perdita di
frammenti ossei cranici e perdita di sangue per cui sicuramente la testa del
povero Tonello era penzolante verso terra: quindi il cadavere è stato
sicuramente trascinato per i piedi. (se fosse stato trasportato afferrato
alle ascelle sicuramente avrebbe sanguinato ma il corpo e gli arti inferiori
avrebbero in grandissima parte pulito la striscia ematica).
Se si esamina a fondo la foto 37 del fascicolo della Polizia e della quale si
è eseguito un ingrandimento (allegato) si nota come il massimo
dell'imbrattamento ematico è in tutta prossimità dei punti 1-C (ove c'era un
frammento osseo del cranio del Tonello) cui fa seguito una strisciata di sangue
che si attenua un po' prima della posizione B (sede di altro frammento osseo
cranico), quasi che ci sia stato un temporaneo stop nel sanguinamento del
cadavere oppure sia stata eseguita una parziale pulizia dell'avvenuto
sanguinamento per giramento del cadavere (dalla posizione con gambe in avanti a
quella con gambe indietro in preparazione della sommersione del cadavere): si
spiegherebbe in questo modo anche il sangue sulla regione del bacino-natica
destra dei pantaloni del Tonello). Dopo il punto B la stria di sanguinamento
riprende e si accompagna al punto A con la perdita di altro frammento osseo del
cranio. La stria di sangue infine riprende per cessare la dove il cadavere è
stato parzialmente sommerso.
Facendo riferimento al volto e ai vestiti del Tonello si deve ammettere che non
c'è stato un trascinamento che abbia lasciato tracce del terreno sia al volto
(parte scoperta del cadavere) sia sui vestiti (giubbotto e pantaloni). Parimenti
tracce sicure di trascinamento non sono state repertate né alla nuca (vedi
anche l'accluso ingrandimento del cadavere in posizione prona dopo la sua
rimozione dalla posizione iniziale) né sul dorso del giubbetto e nemmeno vere
tracce da trascinamento sono state repertate sui Jeans. Allora si può
ipotizzare che il cadavere del Tonello sia stato trasportato da due persone che
hanno iniziato l'operazione di trasporto al punto 1 e c, si siano fermate (un
po' di riposo?) poco prima del punto B, ove il cadavere si è sporcato di terra
alla regione del bacino e natiche specie a destra e dove nel momento del
rivolgimento prima della ripresa del trascinamento, ha parzialmente
"pulito" la zona del sangue riversato. Si spiegherebbero in tal modo
sia quanto è nel reperto fotografico sia il reperto apprezzato sui pantaloni
del defunto ove non si esclude la presenza di tracce ematiche sulla parte alta
relativa all'arto di destra (anzi lo fanno sospettare le foto eseguite dal
sottoscritto sui vestiti del Tonello).
Con queste osservazioni (relative alla struttura fisica del Mandalà, del
Tonello e della Bertelli, relative alle affermazioni del Mandalà rapportate ai
rilievi obiettivi) si vuole avanzare la ipotesi che a trasportare il cadavere
dal punto 1-C (luogo ove è stato consumato l'omicidio) fino al fiume Sile è
stata più di una persona; verosimilmente sono stati in due a trasportare il
cadavere del Tonello dal punto del suo omicidio fino alla parziale sommersione
in acqua nel fiume Sile.
Resta infine da interpretare la impronta della scarpa repertata accanto al
cadavere del Tonello. Questa data la sua direzione (foto 39 che non risalta bene
nell'ingrandimento eseguito) traverso-obliqua potrebbe essere stata lasciata dal
Mandalà quando questi è tornato sul posto per cercare il portafogli, oppure
quando lo stesso Mandalà ha prodotto il maggior sforzo nel provvedere alla
sommersione parziale del cadavere. In questo caso la posizione alla destra del
cadavere richiederebbe la presenza di una altra persona in grado di aiutare dal
lato opposto l'operazione di sommersione del cadavere.
La stessa impronta potrebbe non essere attribuibile alle scarpe del Mandalà ma
a quelle del Bertazzoni, ed, in questo caso si dovrebbe supporre il
coinvolgimento di questo ultimo almeno nel trasporto del cadavere dalla stradina
fin nell'acqua del Sile.
Infine la stessa impronta potrebbe non appartenere né alle scarpe del Mandalà
né a quelle del Bertazzoni, restando quindi priva di qualsiasi significato.
In definitiva anche se la versione fornita dal Mandalà circa il trasporto
del cadavere del Tonello dal luogo dell'omicidio fin dentro le acque del Sile
non è escludibile, tuttavia appare non sufficientemente convincente e comunque
non in grado di spiegare a sufficienza tutti i reperti oggettivi del sopralluogo
e dell'esame dei vestiti indossati dalla vittima.
La ricostruzione appena ipotizzata del trasporto del cadavere, tiene conto di
tutte le circostanze e valuta assieme sia i reperti del sopraluogo, sia i
reperti sui vestiti della vittima, sia il fatto che la Bertelli è sicuramente
venuta a contatto (collana e jeans) col sangue del Tonello.
Ritenendo di avere esaminato se non tutte le possibilità, sicuramente quelle scaturite da un attento esame dei vari dati in atti e dalle dichiarazioni rese dai protagonisti oltre che dai rilievi assunti ex novo, si ribadisce che le versioni sui fatti fornite dagli imputati oltre a presentare discordanze e contraddizioni nei diversi momenti in cui sono state rese dai singoli imputati oltre che tra un imputato e l'altro, risultano carenti in diverse circostanze, non spiegano e non sempre concordano con i dati obiettivati nel corso del sopralluogo, dei rilievi e delle indagine anatomopatologica.
La versione fornita dal Mandalà sui fatti per cui si procede non può, tuttavia, ritenersi inattendibile anche se caratterizzata da punti non chiari e a volte contraddittori.
Circa le dichiarazioni e la posizione assunta dalla Bertelli nei vari momenti del delitto si sono evidenziate tutte le possibili contraddizioni.
Si è anche valutato il reperto della ferita non recente sulla gamba sinistra del Bertazzoni, rapportandola alla positività della indagine biologica sui pantaloni dello stesso Bertazzoni e sui jeans della Bertelli, senza riuscire, per questa circostanza, a trovare una spiegazione plausibile, da riferire agli avvenimenti della sera del 30 ottobre 2000.
Infine è stata dal sottoscritto proposta una ipotesi sulla sequenza dei fatti che sembra sia rispettosa dei dati obiettivati. Per questo motivo è stata portata alla attenzioni della S.V. per l'utilizzo che Ella ne vorrà o meno fare nel proseguo del Suo lavoro di indagini e di raccolta di tutti gli elementi finalizzati alla ricerca della verità sui fatti accaduti.
Con osservanza della S.V. Ill.ma
Prof. Rosario Chirillo.
firma
RILIEVI FOTOGRAFICI (utilizzati nel corso della consulenza)
Accanto ai rilievi già in atti (autopsia e fascicoli relativi alle indagini
della Polizia Scientifica della Questura di Treviso - planimetrie - perizia
tecnica e dattiloscopica)
SI ALLEGANO:
A) Ingrandimento della lunga strisciata di sangue lungo il percorso di
trasporto del cadavere del Tonello con evidenziazione anche dei frammenti
cranici persi durante il trasporto.
B) Visione del cadavere appena tratto fuori dal Sile per la evidenziazione delle
tracce lasciate sul lato posteriore del capo, dorso con giubbotto e jeans
C) Particolare della posizione finale del cadavere con la impronta della scarpa
destra.
RILIEVI FOTOGRAFICI sui VESTITI appartenuti al TONELLO e Custoditi nella Questura di Treviso
1-3) le tracce delle ferite da arma dotata di punta e taglio
lasciate sul giubbotto di Tonello Luca
3-4) tracce delle ferite da punta e taglio sulla camicia indossata dal Tonello
5-6) tracce delle ferite lasciate sulla maglietta intima
7-8 i pantaloni visti dal davanti: a parte la muffa bianca non si apprezzano
tracce ematiche o di trascinamento
9-10-11) pantaloni visti da dietro: tracce sospette ematiche alla base di destra
e partealta della gamba destra
12-13) particolare delle precedenti
(le foto sono state eseguite il 31 luglio 2001 nella locale Questura ove sono in
deposito i vestiti del Tonello repertati nel corso del mandato concessomi per il
reperimento del maggior numero possibile di elementi oggettivi da comparare con
le versioni del fatto fornite da Mandalà Alessandro e Bertelli Rossana)
prof. Rosario Chirillo
firma